Sono stati consegnati il 9 luglio a Roma i premi della XXI edizione di "Comuni Ricicloni": sono 1328 i campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, il 16% dei comuni italiani. In totale 7,8 milioni di cittadini, il 13,7% della popolazione nazionale, hanno detto addio al cassonetto, e oggi riciclano e differenziano i rifiuti alimentando l'industria del riciclo e la "green economy", che offre lavoro a 150 mila persone. Per accedere alla classifica del concorso, ideato da Legambiente e patrocinato dal Ministero dell'Ambiente, i comuni devono aver raggiunto l'obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata. La classifica è poi costruita attraverso un indice di buona gestione dei rifiuti urbani: quest'anno per la prima volta i "primi della classe" sono almeno uno per ogni Regione d'Italia, con l'unica eccezione della Valle d'Aosta, che non ha neanche un comune virtuoso.
"La prima novità della classifica di quest'anno è il lento spostamento al Centro Sud della distribuzione geografica dei "ricicloni", ancora saldamente insediata nel Nord Est, con metà dei comuni virtuosi. In particolare grazie alla crescita dei comuni marchigiani, che hanno applicato un sistema moderno di raccolta (porta a porta) e che usufruiscono degli sconti per lo smaltimento in discarica in base alle performance di differenziata. La seconda novità è la crescita del Comune di Milano: sfiora nel 2013 il 50% di differenziata. Con oltre un milione di abitanti serviti dal porta a porta, Milano è così la prima in Italia e la seconda in Europa dopo Vienna", ha commentato Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente.
Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono le regioni con la più alta concentrazione di Comuni Ricicloni. Ma la novità dell'anno è la crescita dei ricicloni nel centro sud che passano dal 15 al 20% del totale nazionale. Crescono in particolare i comuni virtuosi nelle Marche (+15% in un anno): qui, semplicemente, è stata applicata in maniera intelligente la legge nazionale, prevedendo un tributo di 20 euro/tonnellata per i rifiuti urbani che finiscono in discarica, importo che viene modulato in base alle performance di raccolta differenziata raggiunte dai Comuni. Premi e penalità che i comuni sono invitati (applicando tariffe differenziate in funzione dei rifiuti prodotti da ciascuna famiglia) a trasferire ai cittadini, riducendo drasticamente le tariffe da pagare ai più virtuosi. Tra i capoluoghi Belluno, Pordenone, Novara e Salerno si riconfermano delle eccellenze. Non vale lo stesso per Oristano che esce dalla lista dei virtuosi per cedere il posto ad Andria. Tra le "new entry" anche il comune di Trento. Il Piemonte mantiene il primato di unica regione ad avere due capoluoghi ricicloni: Novara e Verbania.
Anche quest'anno viene segnalata l'eccellenza nell'eccellenza: i comuni che sono riusciti a ridurre del 90% circa la quantità di rifiuti da smaltire. Sono circa 300 quelli che nel corso del 2013 hanno prodotto meno di 75 chili a testa di rifiuto secco indifferenziato, mentre la produzione media procapite nazionale si aggira sui 550 chili annui. E non si tratta di piccoli comuni: Empoli, con 48 mila abitanti, seguito da Castelfranco, Montebelluna e Vittorio Veneto, tutti con circo 30 mila abitanti.
Tra le prime 100 posizioni della graduatoria generale si trovano numerosi comuni gestiti efficacemente in forma consortile: dei 56 comuni veneti 46 sono trevigiani, la maggior parte appartenenti a 2 consorzi (Priula e TV3), così come i 29 comuni trentini, 8 in Friuli Venezia Giulia. I rimanenti 7 sono casi isolati: 2 in Campania e 1 per Lazio, Lombardia, Toscana, Piemonte e Marche. Sempre tra i primi 100 troviamo 9 comuni oltre i 10 mila abitanti (Castelfranco Veneto con quasi 34mila), tutti veneti e trevigiani ad eccezione di Vigodarzere (Padova). Difficile trovare comuni che facciano da sé che arrivino a risultati eccellenti, la forza rimane quella dell'unione nei consorzi. Ovviamente c'è sempre l'eccezione che conferma la regola e si chiama Ponte nelle Alpi che, gestendo in autonomia i rifiuti dei cittadini (e dei turisti, siamo nel territorio delle Dolomiti) raggiunge l'indice di gestione più alto.