Si è tenuto il 25 settembre a Roma, presso la sede del Centro Sviluppo Materiali (CSM), il workshop per la presentazione dei risultati del progetto di sviluppo industriale di un’innovativa tecnologia di gassificazione applicata al settore materie plastiche.
I lavori hanno visto un’adesione ampia e qualificata di rappresentanti appartenenti ai diversi settori industriali, interessati ad approfondire possibili applicazioni e vantaggi della tecnologia CSM ai fini energetici, applicata nello specifico agli scarti derivanti dai processi di selezione degli imballaggi in plastica. Tali scarti, definiti generalmente plasmix (estremamente eterogenei e privati di tutte le frazioni, che possono essere indirizzati al recupero di materia mediante riciclo meccanico), conservano infatti un potenziale energetico confrontabile con quello sviluppato da alcuni combustibili fossili, come il coke.
Il plasmix è stato dunque scelto come materiale oggetto dello studio di fattibilità commissionato a CSM da Conai e Corepla, con l’obiettivo di individuare un’ulteriore soluzione di valorizzazione degli scarti, consentendo ad esempio la realizzazione di impianti di piccole-medie dimensioni meno impattanti sul territorio e in grado di garantire il ritorno degli investimenti in tempi brevi. Le prove sperimentali condotte al CSM di Castel Romano (Roma), su un impianto pilota di gassificazione da 100 kg/ora, hanno consentito di sviluppare una tecnologia innovativa (oggetto di brevetto) specifica per il plasmix per ricavarne un gas di sintesi (syngas) adatto a produrre energia.
La soluzione sviluppata si basa su un tamburo rotante - tecnologia già ampiamente utilizzata per il trattamento di rifiuti speciali - e su elementi innovativi di immissione ottimizzata di agenti ossidanti (aria e ossigeno) lungo il reattore. Il syngas prodotto è risultato idoneo per l’utilizzo nella produzione combinata di energia elettrica ed energia termica in impianti dedicati, modulari, di piccola-media taglia, ad alta efficienza energetica e basso impatto ambientale.
Sulla scorta dei risultati della sperimentazione è stato realizzato il progetto di base di un impianto industriale in grado di trattare 4 tonnellate all’ora di plasmix. Le valutazioni di fattibilità economica ne dimostrano la convenienza, anche sfruttando solo l’energia elettrica prodotta e senza tener conto di eventuali incentivi da parte dello Stato sulla tariffa di vendita.
Al riguardo Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla, ha sottolineato: “Corepla, anche in funzione dei nuovi obiettivi di recupero e riciclo previsti dalla legislazione europea, ha inteso approfondire soluzioni innovative e alternative ai processi di combustione tradizionali, caratterizzate da maggiore sostenibilità finanziaria per dare un’ulteriore opportunità di recupero agli scarti provenienti dalla selezione degli imballaggi in plastica difficili da riciclare. I risultati raggiunti dall’impianto pilota CSM ci sembrano importanti e propedeutici anche al raggiungimento dell’obiettivo “discarica zero”, che intendiamo perseguire con determinazione”.
“Vedo con piacere che l’interesse per le tecnologie ambientali messe a punto dal CSM è alto”, ha aggiunto Cesare Murgia, amministratore delegato del CSM. “Non ci aspettavamo un’adesione così ampia al workshop e questo fa ben sperare per gli auspicati impieghi industriali delle nostre tecnologie. Inoltre il progetto di gassificazione del plasmix ha particolari profili di innovazione oltre a quelli tecnologici in senso stretto.
La stessa genesi del progetto è infatti originale, perché promossa da un consorzio di imprese, Corepla, che ha dimostrato una grande capacità nel farsi promotore non solo di sinergie a livello industriale tra le aziende, ma anche di importanti progetti cooperativi di innovazione tecnologica. Le tecnologie ambientali e di recupero energetico che il CSM ha sviluppato negli anni, avvalendosi del know-how maturato nel campo della chimica e della fisica dei processi, dell’ingegneria dei reattori innovativi e dei materiali di nuova concezione, sono pronte per essere specializzate secondo le specifiche esigenze dei diversi settori industriali”.