Intervenuto agli Stati Generali della Green Economy 2014, RadiciGroup ha portato la propria esperienza nell’ambito della sperimentazione dell’impronta ambientale di prodotto (PEF), calcolata in base a una metodologia introdotta nel 2013 dalla Commissione Europea e adottata dalla società come riferimento per la comunicazione delle proprie prestazioni ambientali.
Ospiti della diciottesima edizione di Ecomondo - il salone internazionale del recupero di materiali ed energia e dello sviluppo sostenibile svoltosi a Rimini dal 5 all’8 novembre - gli Stati Generali della Green Economy (5-6 novembre) hanno visto intervenire oltre 100 relatori, tra cui RadiciGroup, legati al mondo delle istituzionali, delle imprese, della ricerca e delle associazioni, registrando la presenza di circa 2000 partecipanti. Una due giorni importante, guidata dall’obiettivo di mettere a fuoco le politiche e le misure per sostenere lo sviluppo delle imprese italiane della green economy. E sono state proprio le imprese le protagoniste. Sette le sessioni tematiche di approfondimento e consultazione affrontate: l’agroalimentare di qualità; il capitale naturale; ecoinnovazione e competitività delle imprese italiane; l’economia del riciclo dei rifiuti; energia e clima; gestione sostenibile della risorsa idrica; dalla carbon footprint all’environmental footprint.
Radici Chimica - realtà industriale di RadiciGroup attiva nella produzione di PA 6.6 e dei suoi intermedi - nel luglio 2013 ha siglato un accordo volontario con il Ministero dell’ambiente italiano, partecipando al programma di collaborazione tra Ministero e imprese per la promozione della riduzione delle emissioni e la diffusione di modelli sostenibili di produzione e consumo. Oggetto dell’accordo: valutare, misurare e quantificare, utilizzando la metodologia PEF, la riduzione dell’impatto ambientale della poliammide 6.6 e dei suoi intermedi, ottenuta a seguito della realizzazione di impianti di abbattimento delle emissioni presso lo stabilimento di Novara.
“Nella nostra relazione abbiamo illustrato i risultati di riduzione delle emissioni utilizzando le categorie di impatto previste dalla metodologia PEF. Ci siamo focalizzati sull’applicazione concreta di questa metodologia per valutare le modalità di applicazione, considerare le difficoltà che devono essere ancora superate per renderla più facilmente fruibile agli utilizzatori e soprattutto sui risultati ottenuti per rendere efficace la comunicazione della politica di sostenibilità che stiamo portando avanti da anni”, ha commentato Stefano Alini, corporate quality manager di RadiciGroup.
Nelle sue conclusioni Alini ha riportato alcuni dei principali risultati della sperimentazione PEF: “Le modifiche impiantistiche realizzate all’interno di Radici Chimica, sugli impianti per la produzione di acido nitrico e acido adipico, hanno portato a una riduzione significativa delle emissioni di gas a effetto serra (GHG). Confrontando i valori del 2011 con quelli registrati nel 2014, parliamo di una riduzione di GHG pari al 63% nel caso del nitrico e del 33% per quanto riguarda l’adipico. Ma l’approccio PEF consente di evidenziare i miglioramenti significativi anche di altri indicatori, come l’acidificazione, l’eutrofizzazione terrestre o la formazione di ozono fotochimico e dimostrare che non ci sono stati impatti negativi su altre matrici ambientali”.