Confindustria Servizi Innovativi è pronta a lanciare una nuova “rivoluzione industriale” attraverso un progetto di respiro europeo per digitalizzare e reingegnerizzare i processi produttivi, con un obiettivo ambizioso e importante: accompagnare il manifatturiero a generare il 20% del Pil entro il 2020. Una vera e propria scossa al sistema Italia che verrà presentata con un road-show che partirà da Ancona il 26 novembre e toccherà poi Napoli (4 dicembre), Brescia (5 dicembre) e infine Roma (gennaio 2015).

La mission è nel titolo: “I servizi innovativi e tecnologici per il nuovo manifatturiero 4.0”. E il road-show - organizzato in collaborazione con le sedi regionali e territoriali di Confindustria - metterà in evidenza una serie di case history di successo riguardanti processi attraverso i quali i servizi innovativi possono integrarsi e sviluppare il manifatturiero, con testimonianze di imprenditori, ricercatori e accademici.

Di rilievo, la relazione del rappresentante della Commissione Europea, che illustrerà i risultati e le opportunità dell’High level group on business service, che definisce il ruolo dei servizi avanzati e le opportunità di sostegno UE nell'ambito di Horizon 2020. Un suo recente rapporto prevede che i servizi innovativi avranno un ruolo centrale nella reindustrializzazione dell’Europa, attraverso la fornitura di servizi a valore aggiunto alle imprese di produzione e attraverso la cosiddetta “servitizzazione del manifatturiero”, cioè la tendenza delle imprese a vendere servizi e soluzioni più che prodotti e beni. Una transizione che è già in essere: il mercato globale dei servizi innovativi è raddoppiato nell’ultimo decennio ed è in continua espansione: se guardiamo solo all’Europa, tali servizi rappresentano un Pil di 1,5 trilioni di euro e danno lavoro a 20 milioni di persone occupate in 4 milioni di imprese.

Tre i fattori che traineranno la crescita: il continuo outsourcing delle imprese che vogliono focalizzarsi sulle proprie competenze “core”; la già citata servitizzazione del manifatturiero; trend economici generali, dove il livello di occupazione nei servizi tende a crescere in relazione a quello manifatturiero o dell’agricoltura, a causa della sempre crescente automazione e produttività. Su queste basi si innesta il progetto di Confindustria Servizi Innovativi, che si propone di raggiungere obiettivi concreti in due step:

  • con la spinta verso una nuova manifattura additiva, con un processo produttivo che non sottrae materiale, ma ne aggiunge strati successivi. La manifattura additiva è un’innovazione importante rispetto alla digitalizzazione della manifattura, anche perché rappresenta un’opportunità per aumentare la competitività dell’industria italiana e riveste una particolare rilevanza per le PMI;

  • la manifattura additiva sarà quindi il perno della manifattura digitale, processo di integrazione in fase di esplosione con la diffusione di stampanti e scanner 3D, frese a controllo numerico, che può avere applicazioni in molti settori (dall’energia all’assemblaggio in linea).

 

In Italia il settore dei Servizi Innovativi conta 800 mila grandi, medie, piccole e micro imprese, che danno lavoro a 2,1 milioni di addetti (per il 50% dipendenti), generando 255 miliardi di euro di fatturato e 110 miliardi di valore aggiunto.

Dati questi numeri, solo una lettura miope dell’attuale struttura economica può ancora prescindere dalla necessità di riorganizzare o realizzare filiere integrate e complementari di produzione di beni e servizi, accrescendo quindi il valore stesso dell’industria manifatturiera. “Senza l’obiettivo europeo del 20% di manifattura, la nostra economia non riparte”, spiega Gianni Potti, presidente CNCT di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici. “Da una forte integrazione tra manifatturiero e servizi innovativi e tecnologici, potremo invece puntare a quella “Fabbrica 4.0” che è l’orizzonte strategico per essere competitivi nei mercati globalizzati e innovativi nei prodotti”.

L’integrazione tra industria manifatturiera e i settori dei Servizi Innovativi e Tecnologici porterà benefici nel campo dell’ICT - software, cloud, outsourcing, servizi e applicazioni satellitari - delle imprese di facility management e di servizi energetici, di servizi professionali, di ingegneria e di consulenza, di comunicazione e marketing, di attestazione della conformità, di servizi per il credito e finanziari. E ancora, del knowledge ed education: imprese e industrie creative operanti nel settore della cultura, del gioco e dell’intrattenimento, in sinergia con l’industria manifatturiera.