Oltre 150 società hanno preso parte alla quarta conferenza sul mercato petrolchimico organizzata da ChemOrbis a Istanbul il 3 settembre. L’evento si è aperto con la presentazione di Alex Lidback, vicepresidente del Chemical Research and Global Practice Lead for Chemicals di Wood Mackenzie, intitolata “Qual è il materiale preferito dai dai chimici e perché?”. Durante il suo intervento, Lidback ha illustrato che quando il petrolio era sopra i 100 dollari a barile gli investimenti in cracker che utilizzano materiali alternativi, come carbone e etano erano diventati sempre più attrattivi, ma nel 2015, con i prezzi del petrolio sotto la soglia de 50 dollari a barile, questi investimenti sono divenuti meno interessanti.

Serdor Altay, direttore della Sectoral and Strategic Analysis presso l’Investment Support and Promotion Agency of Turkey, ha proposto il possibile impatto della Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) tra Usa e UE. Secondo Altay il TTIP dovrà essere valutato considerando le differenze degli sviluppi economici e delle strutture commerciali di entrambe le parti.

David Lines di Nexant, presidente dell’Energy & Chemical Advisory, si è interrogato sulla possibile competitività del Medio Oriente ora che anche altre regioni come la Cina e gli Usa hanno iniziato a utilizzare materie prime vantaggiose. Lines, inoltre, si è posto la questione di dove verranno indirizzate le esportazioni del Medio Oriente dopo l’avvio delle nuove capacità di PP in Cina, che diverrà autosufficiente nel soddisfare la domanda di tale polimero entro il 2020.

Kambiz Mirkarimi, responsabile commerciale di Jam Polypropylene Company, ha affermato che l’industria petrolchimica iraniana si sta preparando al periodo successivo alla revoca delle sanzioni con nuove capacità produttive e che mira ad accrescere la propria capacità commerciale. “L’Iran ha in programma di portare la sua quota nella capacità mondiale di PE al 6,7% entro il 2022, dopo lo start up di nuove unità produttive per circa 3 milioni di tonnellate all’anno. Per quanto riguarda il PP intanto, il paese dovrebbe aumentare la propria capacità di 750 mila t all’anno entro il 2017, puntando a portare la sua quota globale di produzione di questo polimero al 2,3% per raggiungere il 7,7% entro il 2022”, ha affermato Mirkarimi.

Il proprietario di CA-SH, Stephen Harriman, ha focalizzato il suo intervento sulle prospettive del business dei materiali vinilici in Europa. Harriman ha evidenziato che il settore del PVC sta attraversando un periodo difficile e il Vecchio Continente sta registrando un calo della capacità produttiva, mentre la Cina, al contrario, deve confrontarsi con un eccesso di investimenti.