Secondo i dati diffusi recentemente da Cicloplast, società spagnola senza scopo di lucro creata per promuovere e sensibilizzare la popolazione al recupero dei rifiuti plastici e supportare le imprese riciclatrici nelle loro attività, nelle case dei cittadini iberici la quantità di imballaggi plastici riciclati nel 2014 ha raggiunto il volume di quasi 411 mila tonnellate, crescendo dell’11% rispetto alle 371 mila del 2013. Lo studio, presentato a luglio 2015, ripercorre l’evoluzione del recupero di imballaggi in Spagna dal 2000 a oggi, evidenziando che il riciclo procapite è passato dagli 1,4 chili di quell’anno agli 8 del 2014.
Tali risultati sembra siano dovuti a una mirata e più efficace educazione ambientale dei cittadini, che hanno meglio utilizzato i contenitori predisposti per la raccolta differenziata, con una sensibile diminuzione delle impurità riscontrate in quelli mono-materiale. La presenza di rifiuti estranei nel contenitore dedicato è passata dal 37% del 2005 al 29,8% del 2014. Altri fattori che hanno permesso di raggiungere i livelli dichiarati di riciclo di imballaggi in plastica sono stati una più diffusa automatizzazione dei processi di selezione e una tecnologia di qualità superiore. Dei 96 impianti considerati nelle statistiche, il 56% ha installato processi automatizzati di selezione degli imballaggi e 36 hanno dichiarato di aver implementato il proprio livello tecnologico.
Tra prossimi passi del governo spagnolo nella direzione di una gestione più sostenibile dei rifiuti dovrebbe rientrare la riduzione degli scarti plastici destinati alla discarica e il corrispondente incremento del recupero energetico (che in Spagna arriva a circa il 17%, mentre in paesi più virtuosi, come Germania, Svezia e Danimarca, si attesta intorno al 60%). Sempre secondo lo studio, la Spagna potrebbe arrivare a riciclare 100 mila tonnellate in più di imballaggi all’anno entro il 2020.