Tra il 2015 e il 2019 la domanda mondiale di tubi in plastica dovrebbe crescere a un tasso medio annuo del 6,5%, raggiungendo un totale di 20,6 milioni di chilometri. È quanto emerge da un recente studio pubblicato dalla società di consulenza Freedonia, secondo cui l’incremento sarà dovuto principalmente a una forte crescita delle attività di costruzione in Cina e negli Stati Uniti, oltre al sempre più diffuso utilizzo in vari settori di tubi in plastica in sostituzione di quelli realizzati con altri materiali.
Entro il 2019, in Cina - principale produttore e consumatore mondiale di tubi - la domanda dovrebbe crescere a un tasso medio annuo del 9%, nonostante il recente rallentamento del comparto residenziale. Il Primo Ministro ha sottolineato l’urgenza di rinnovare il sistema nazionale delle condotte creando un’infrastruttura costituita da una rete di corridoi sotterranei in grado di accogliere le tubature di tutti i servizi (energia, acqua, comunicazioni ecc.), che, secondo le stime, richiederebbe un investimento tra 400 e 500 miliardi di yuan (pari a circa 56-70 miliardi di euro). Investimenti infrastrutturali di rilievo per ampliare i sistemi idrici e fognari sono inoltre previsti anche in diversi paesi in via di sviluppo.
Per quanto riguarda i materiali, il comparto dei tubi rimarrà dominato dal PVC (30,3 milioni di tonnellate nel 2019, +6,7% annuo), mentre l’HDPE dovrebbe mettere a segno l’incremento più consistente (+7,2%), grazie al suo crescente utilizzo nel settore dell’oil&gas e alla diffusione dell’X-PE per le condotte idriche.