Secondo quanto rilevato da CSPA (China Scrap Plastics Association), in Cina l’impiego di materie plastiche per la produzione di imballaggio è ancora inferiore rispetto agli altri paesi (25% sul consumo complessivo).

A questo proposito va premesso che se , da un lato, la continua innovazione in settori come quelli cosmetico, alimentare ed elettronico richiede packaging con prestazioni sempre più elevate, dall'altro, non si possono ignorare le problematiche legate allo smaltimento di film e contenitori in plastica. La Cina oggi è il paese dove si produce e consuma la maggior quantità di frutta e verdura, eppure ben il 30% di tali prodotti non viene confezionato e immagazzinato correttamente, portando di conseguenza a un forte spreco.

I film in polietilene e polipropilene costituiscono gli imballaggi più utilizzati per i prodotti ortofrutticoli freschi, ma l'industria delle bevande è quella che presenta le migliori opportunità di crescita. La domanda di bibite analcoliche, gasate e non, e di succhi di frutta è costantemente in crescita; il 57,4% di questo mercato è appannaggio delle bottiglie in PET. Trattandosi della Cina, un cenno particolare va fatto sul consumo di tè: anche in questo caso le bottiglie in PET per il riempimento a caldo rappresentano la scelta più gettonata (con un tasso annuo di crescita pari a circa il 50%). Il PP (più economico rispetto a PS, ABS, PET e PE) invece risulta più utilizzato per contenitori per alimenti e flaconi per medicinali stampati a iniezione, soffiati o estrusi.

Per quanto riguarda il mercato delle acque minerali, infine, il consumo locale di bottiglie supera i 5,5 milioni di tonnellate (circa un quarto di tutto il comparto delle bevande). A tale proposito la municipalità di Shanghai ha avviato con Bayer un progetto per portare a 100 mila tonnellate all'anno la produzione di PC, diminuendo così la propria dipendenza dalle importazioni.