L’associazione tedesca IK (Industrievereinigung Kunststoffverpackungen) che raggruppa i produttori di imballaggio plastico ha recentemente diffuso le previsioni economiche relative al primo trimestre 2016: il 70% dei sui associati si dichiara ottimista, mentre l’anno scorso solo il 37% giudicava buona la situazione economica. Secondo IK alla base di tale approccio positivo risiede la robusta economia tedesca, in generale caratterizzata da un alto tasso di occupazione e da una forte domanda interna. Anche il calo del prezzo del petrolio incoraggia il potere d’acquisto dei consumatori. Nonostante la cornice positiva, però, circa un terzo delle aziende intervistate da IK prevede un ritocco al rialzo dei prezzi, dovuto all’elevata instabilità dei costi delle materie prime e a un’energia più cara che in altri paesi. Ciò potrebbe quindi andare a minare i profitti dei produttori, pur in un contesto positivo di previsioni di fatturato.

Dagli Usa, invece, arriva la notizia che la domanda statunitense di imballaggio protettivo dovrebbe raggiungere un valore complessivo di 6,8 miliardi di dollari entro il 2019. Ciò grazie alla forte impennata dell’e-commerce, grazie all’impiego di film a bolle, cuscini d’aria e schiume espanse per proteggere i prodotti.

Sul fronte del medicale, aumenta la domanda mondiale di imballaggio sterile da 26,55 miliardi di dollari nel 2015 a oltre 35 nel 2020 (con un tasso di crescita annuo del 5,72%), incentivata dalla costante innovazione farmaceutica ma anche dall’invecchiamento della popolazione. Il Nord America detiene la fetta di mercato più ampia anche se buone potenzialità di crescita vengono individuate nei paesi emergenti dell’Asia-Pacifico e dell’America Latina.

Infine uno sguardo al mercato globale delle buste autosostenenti (pouch) in film barriera: un recente studio condotto dalla società specializzata Smithers Pira ha reso noto che nel 2015 sarebbero state utilizzate 319 mila ton di polimero (per circa 49 miliardi di unità). Entro il 2020 il mercato dovrebbe crescere annualmente del 6,1% fino a raggiungere un valore di 3 miliardi di dollari (69 miliardi di pezzi).

Il principale settore di riferimento e in più rapida espansione è quello alimentare, al cui interno spiccano le bevande (succhi di frutta in primis, ma anche il vino in pouche, in Italia ancora poco diffuso).

I dati relativi al 2014 attribuiscono al Nord America la quota di mercato più ampia (31,9% sul totale), seguita da Asia-Pacifico con il 27,1% (grazie al significativo contributo del Giappone, dove il consumo di cibi pronti per forni a microonde è da sempre ai massimi livelli). Bene anche Cina, India, Centro e Sud America e Turchia, con tassi di crescita sopra la media. Rallentano invece i mercati maturi dell’Occidente, dove la concorrenza dei cibi surgelati e in lattina si fa comunque ancora sentire.