Fort Collins, Colorado. Situata ai piedi delle montagne rocciose, la società OtterBox è stata la prima a utilizzare il nuovissimo modello di stampante 3D J750 di Stratasys per la produzione delle proprie cover personalizzate per varie marche di telefoni cellulari.
Presentata alla stampa proprio in OtterBox, lo scorso primo aprile (MacPlas era presente insieme a circa trenta riviste specializzate e quotidiani da tutto il mondo), la J750 è l’unica al mondo a poter stampare in 3D oggetti di qualsiasi tonalità (oltre 360 mila combinazioni di colore!), multimateriale (fino a 6 differenti polimeri - dal più rigido al più flessibile e dal più opaco al più trasparente - stampabili simultaneamente) e con un realismo sorprendente, dovuto anche all’elevata definizione/risoluzione nei dettagli (fino a 14 micron). Consente inoltre di sostituire macchine (CNC, presse a iniezione ecc.) e processi successivi - soprattutto i tradizionali assemblaggi di più componenti - con un unico sistema versatile di produzione.
Dopo i saluti di rito di Arita Mattsoff, vicepresidente Public & Industry Analyst Relations & CSR di Stratasys, nel proprio intervento Joshua Claman, Chief Business Officer di Stratasys, ha sintetizzato la storia di Stratasys e Objet (la cui fusione è stata completata il 3 dicembre 2012), illustrando poi differenti esempi nella prototipazione (azienda: Trek), nel production tooling (Opel ha ottenuto una riduzione di circa il 90% nei costi dei propri utensili per la produzione grazie ai sistemi Stratasys) e nei componenti per l’utilizzo diretto (per esempio su alcuni velivoli di Airbus).
Dopo aver descritto brevemente anche le varie opportunità di mercato delle stampanti Stratasys, Claman ha toccato l’argomento principale della giornata: il lancio della stampante J750 per la stampa 3D fino a 6 materiali, con molteplici colori e molteplici effetti: soft touch, tartarugato, legno, trasparente ecc.
Come ha dichiarato successivamente il direttore commerciale di Stratasys, Roger A. Kelesoglu: “La sfida principale per Stratasys consiste oggi nel rendere ancora più libero il designer, consentendogli per esempio di non dover più progettare prima per la stampa 3D e poi per la produzione industriale, ma di realizzare un unico progetto utilizzabile per entrambe le tecnologie. Ciò è possibile grazie anche all’innovativo software installato sulla J750, che rappresenta una vera rivoluzione a livello tecnologico per questo settore”.
Già la precedente Connex 3 (presentata nel 2014), con software Adobe Workflow, era infatti molto versatile in termini di materiali (fino a tre), colori e texture. Ma oggi la J750, grazie al software PolyJet Studio, è addirittura impressionante per il realismo e la definizione dei dettagli: fino a 14 micron, oppure - per essere più precisi - una risoluzione di 600 dpi sull’asse X, 600 dpi sull’asse Y e 1800 dpi sullo Z.
Sei “cartucce” caricano nell’area di produzione della J750 altrettanti materiali, che possono simulare in pratica qualsiasi oggetto, dagli chassis in finta radica alle scarpe in poliuretano, giusto per fare alcuni esempi. Si tratta di materiali fotopolimerici avanzati, che comprendono i cosiddetti “digital materials”. Come ha spiegato a MacPlas il responsabile marketing di prodotto, Ron Ellenbogen, le formulazioni di tali fotopolimeri (in pratica, resine acriliche) vengono studiate in Israele, dove si trova il quartier generale di Stratasys e dove è presente anche un impianto chimico per produrre i polimeri. Tra l’altro, nonostante siano solitamente associate a manufatti rigidi, alcune di queste resine acriliche sono in grado di simulare elastomeri e siliconi, come nelle “cover impermeabili (waterproof) per telefoni cellulari che rappresentano l’attuale prodotto di punta di OtterBox”, così ha dichiarato Richardson, fondatore di Otterbox nel 1998 e attuale, visionario, presidente della società, il quale ha infine risposto a varie domande dei giornalisti.
L’azienda produce negli Stati Uniti (dove sono presenti ben 12 stabilimenti), in Messico e in Cina, e Richardson conferma che la stampa 3D - e le tecnologie di Stratasys in particolare - ha consentito di ridurre notevolmente i tempi di progettazione dei nuovi prodotti. Durante la conclusiva visita allo stabilimento OtterBox di Fort Collins, Brycen Smith (Engineer Technician Supervisor) ha aggiunto che, mentre prima erano necessari ben 3 giorni per produrre determinate cover multistrato sofisticate (con strato centrale di colore differente), oggi, grazie alla J750, sono sufficienti solo 30 minuti!