Nel 2015 sono state raccolte circa 900 mila tonnellate di imballaggi in plastica, 15,1 kg per abitante all’anno (erano 13,9 nel 2014), un primato notevole dovuto alla crescita del servizio al Sud e all’aumento avvenuto nelle zone “consolidate” (come il Veneto, passato da 21 a 23 kg circa procapite). Grazie all’innovazione tecnologica, oltre alla raccolta differenziata, cresce notevolmente anche il riciclo: nel 2015 sono state riciclate 540 mila tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica, mentre solo lo 0,8% del materiale raccolto è stato avviato a discarica dove, grazie al recupero della materia, si è evitato di immettere 29 milioni di metri cubi di rifiuti. Grazie al riciclo, nel 2015 sono stati risparmiati oltre 9500 GWh di energia. La raccolta differenziata e il riciclo degli imballaggi in plastica rappresentano quindi una nuova, ma già consolidata frontiera industriale, in grado di aumentare posti di lavoro e contribuire a uno sviluppo tecnologico innovativo e pulito, a vantaggio del clima e dell’ambiente.
I numeri e le migliori pratiche del riciclo della plastica sono state illustrate a Roma il 5 maggio nel corso del convegno sul riciclo della plastica made in Italy, organizzato da Corepla e Legambiente. L’incontro, introdotto dal presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo, e dalla presidente di Legambiente, Rossella Muroni, ha visto la partecipazione di Mauro Libè, consigliere politico del ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, del presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, del presidente di Montello, Roberto Sancinelli, e del presidente di Erreplast, Antonio Diana. Alla tavola rotonda sull’economia circolare, moderata dal giornalista Jacopo Giliberto, sono intervenuti Simona Bonafè, europarlamentare, vicepresidente di Intergruppo Investimenti di Lungo Termine, Ermete Realacci, presidente della commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, Giuseppe Marinello, presidente della commissione territorio, ambiente e beni ambientali del Senato, e Roberto De Santis, presidente di Conai, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente di Corepla, Giorgio Quagliuolo, e al direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani.
“Contiamo di raggiungere il milione di tonnellate raccolte nel 2017. E se guardiamo il dato del Sud, +14% nel 2015, possiamo veramente essere orgogliosi di questi numeri. E orgogliosi di un sistema che ha scelto, tra i primi in Europa, di estendere la raccolta e il riciclo a tutti gli imballaggi in plastica. Perché operando in una logica no profit, Corepla non si è fermata al riciclo degli imballaggi di maggior valore, come le bottiglie in PET, ma negli anni ha lavorato anche su altre tipologie di imballaggi. Imballaggi che sul piano strettamente economico, molti paesi europei non riciclano, avviandoli a recupero energetico o discarica. Tale scelta ci ha permesso di sperimentare la selezione di nuove tipologie di imballaggi arrivando a creare una importante filiera del riciclo a elevato tasso di automazione, che crea nuovi posti di lavoro, divenuta oggi eccellenza a livello europeo. Infine vorrei ricordare un altro aspetto che ci rende protagonisti nella creazione di un’economia circolare all’interno dell’Unione Europea: Corepla ha scelto di fornire il suo materiale selezionato solo ad aziende riciclatrici in territorio europeo, sottoposte ad audit (che verifica la loro reale capacità di riciclo) e certificazione europea Eucertplast”, ha sottolineato Giorgio Quagliuolo.
“Dopo lunghe stagioni caratterizzate dalle emergenze rifiuti nel nostro Paese si sono consolidate numerose esperienze di gestione virtuosa e di imprese attive nel settore del riciclo della plastica, fondate su efficienza e innovazione tecnologica. Nonostante la diminuzione dei prezzi del materiale vergine, l’industria del riciclo ha comunque aumentato i suoi numeri. Grazie al forte impulso delle ultime novità normative sugli acquisti verdi previsti dal Collegato ambientale e dal nuovo Codice degli appalti, l’Italia può oggi contribuire alla discussione europea sulla definizione del pacchetto dell’economia circolare con un protagonismo impensabile fino a pochi anni fa”, ha dichiarato Rossella Muroni.
Contrariamente a quanto avviene in un sistema di economia lineare, in cui terminato il consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, l’economia circolare attiva un processo di autogenerazione in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione delle materie prime e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro. Il nostro Paese è già tra i più virtuosi nel settore dell'economia circolare. Per ogni milione di euro di PIL, infatti, produciamo 42 tonnellate di rifiuti a fronte delle 65 prodotte dalla Germania, grazie alla capacità di recupero e riuso dei rifiuti nel settore produttivo. Un settore in crescita, anche se con caratteristiche differenti da regione a regione, con aree che sono campioni a livello europeo e altre che continuano a investire in impianti di smaltimento.
Il riciclo della plastica, in particolare, ha un altissimo potenziale dal punto di vista sia ambientale che economico. Il sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica può determinare una forte spinta all’innovazione, permettendo all’industria italiana di competere nel mercato globale con prodotti e materie derivanti dalla trasformazione dei polimeri. Il riciclo rappresenta oggi una filiera industriale virtuosa e moderna, in grado di sviluppare nuovi settori d’impresa e creando nuova occupazione.
Tra le migliori pratiche illustrate, figura l’esperienza della Montello di Bergamo: da produttori di tondini in ferro per il cemento armato a principali protagonisti del trattamento e riciclo degli imballaggi in plastica. L’azienda, grazie alla riconversione industriale, ha aumentato notevolmente il numero degli addetti (300 nel 1996, 553 oggi) e punta a crescere ancora. Con il riciclo degli imballaggi effettuato, Montello ha consentito di evitare emissioni di anidride carbonica per circa 200 mila tonnellate all’anno e raggiunto un tasso di smaltimento in discarica pari allo zero.
Tra le buone pratiche di economia circolare nate e sviluppate in un territorio complessivamente più difficile, l’azienda SRI - Erreplast di Gricignano di Aversa (Caserta) è un innovativo polo di selezione e riciclo degli imballaggi in plastica. Una realtà di livello europeo, con uno stabilimento di 80 mila metri quadrati e 150 addetti, Erreplast inoltre si è dotata, unica azienda in Italia, di un innovativo sistema automatico di rimozione delle etichette “sleeve” per ridurre gli impatti ambientali degli scarti. L’attività di riciclo degli imballaggi in plastica svolta presso SRI - Erreplas nel 2015, ha consentito di evitare emissioni per circa 103500 tonnellate di anidride carbonica equivalenti.
Infine, l’ultimo rapporto sui Comuni Ricicloni segnala tre realtà vincitrici del Premio Corepla: i Comuni di Sinnai (Cagliari), di Rutigliano (Bari) e di Niscemi (Caltanissetta).