La società di consulenza Ceresana ha recentemente pubblicato uno studio sul consumo mondiale di masterbatch e additivi, che nel 2016 ha raggiunto quota 4 milioni di tonnellate ed è destinato a crescere annualmente del 3,7% entro il 2024. Se i masterbatch hanno la funzione di colorare i polimeri, gli additivi ne migliorano le caratteristiche e possono essere combinati fra loro a seconda delle proprietà - stabilizzanti, antiossidanti, ritardanti di fiamma ecc. - che si vogliono conferire alla resina.
La regione Asia-Pacifico risulta il principale consumatore, con il 40% del totale, e genera un terzo del fatturato; seguono Nord America - 24% - ed Europa Occidentale - 19%. Nel 2016 il masterbatch più utilizzato è stato quello bianco, che, nell’arco degli ultimi otto anni, ha registrato un incremento annuale di oltre il 2%; del resto i masterbacth bianchi sono utilizzati per la colorazione di giocattoli, apparecchi elettrici, componenti automobilistici e d’arredo, film plastici ecc. La principale molecola che costituisce il masterbatch bianco è il biossido di titanio, che, grazie alla sua resistenza ai raggi UV, protegge i manufatti colorati dai danni provocati dall’esposizione al sole.
Il masterbatch nero, invece, è dato dall’aggiunta di nero di carbonio, utilizzato per il packaging conduttivo, i film (impiegati poi, per esempio, per la produzione di sacchi della spazzatura), i tubi, i cavi elettrici ecc. Il nero di carbonio, spesso impiegato nella produzione di tecnopolimeri, è particolarmente resistente allo scolorimento anche negli ambienti esterni.
Nel 2016, l’imballaggio (rigido e flessibile), con una quota del 31% sul totale, ha assorbito la maggior parte della domanda di masterbatch, seguito da costruzioni e applicazioni industriali e trasporti. Proprio per questi ultimi si prevede l’incremento più significativo entro il 2024 (+3,1% all’anno), a cui un forte contributo arriva anche dall’industria aerospaziale.