Nel primo semestre 2017, il consumo brasiliano di imballaggio flessibile in plastica è cresciuto dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2016, quando si era registrato un +0,9% sul 2015. È quanto emerge da una recente indagine condotta da Abief, la locale associazione che rappresenta i produttori di packaging flessibile. Ancora più incoraggiante l’interscambio con l’estero: le importazioni sono calate, in volume, dell'11% rispetto al secondo semestre 2016, mentre le esportazioni, di contro, chiudono in positivo per la seconda volta, con un +20% rispetto allo stesso periodo di riferimento. I vertici dell’associazione individuano in questo trend un chiaro segnale di ripresa e attendono un ulteriore miglioramento (+2% circa in produzione e fatturato) per l’ultimo trimestre dell’anno.

I produttori brasiliani di imballaggio flessibile hanno chiuso il 2016 con una produzione di poco più di 1,8 milioni di tonnellate (-0,1% sul 2015) e un fatturato di 21 miliardi di Real (oltre 5,5 miliardi di euro). Il consumo locale di polimeri per tipologia può essere così suddiviso: LLDPE 50%, LDPE 23%, PP 17% e HDPE 10%.

In tonnellate, le esportazioni e le importazioni di imballaggi flessibili sono diminuite rispettivamente del 30 e del 23% nel 2016 rispetto al 2015, mentre in termini di valore i cali sono stati più pronunciati: -40% le esportazioni e -34% le importazioni. Ciò nonostante, il packaging flessibile detiene una quota significativa (il 29%) sul totale dei manufatti plastici prodotti dai trasformatori brasiliani. L'industria trasformatrice brasiliana in generale sfrutta il 30% della propria capacità produttiva, a causa della frequente manutenzione delle macchine; gli impianti più moderni vengono mantenuti in funzione e le macchine più datate in stand-by, pronte per soddisfare i picchi della domanda stagionale.

Le previsioni per il settore indicano un ampio margine di incremento a parità di macchine e impianti in funzione ma - allo stesso tempo - si rileva una propensione all’acquisto soprattutto di estrusori.