Da qualche anno si sente sempre più spesso parlare di economia circolare. Ma cosa si intende esattamente con questo termine? In sintesi, si tratta di un nuovo modello in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è preservato quanto più a lungo possibile, la produzione dei rifiuti è ridotta al minimo e i materiali vengono costantemente riutilizzate attraverso il riciclo. Un’economia che si fonda sul concetto di “doing more with less”, pensata per rigenerarsi da sola, al contrario di quella “lineare” in cui, terminato l’uso o il consumo di un bene, questo diventa scarto non più riutilizzabile. In una logica di economia circolare i prodotti sono pensati e progettati in modo da prevederne fin dall’inizio la destinazione alla fine del loro impiego e l’innovazione è al centro di tutto il sistema.
Nel 2015 la Commissione Europea ha adottato il “Piano verso un’economia circolare”, un pacchetto di misure per aiutare le imprese e i consumatori a effettuare il passaggio da un’economia lineare a una più circolare. Principalmente promuovendo la raccolta e il riciclo dei prodotti, ma anche il risparmio di materie prime e di energia, la riduzione delle nocive emissioni di gas a effetto serra e allungando la vita utile dei prodotti che devono essere facili da mantenere in buono stato. Il tutto in un’ottica di ciclo di vita complessivo, considerando cioè progettazione, produzione, uso e consumo e riutilizzo a fine vita.
In questo quadro, il PVC è in grado di contribuire al concetto di economia circolare durante tutte le fasi del suo ciclo di vita utile nei diversi ambiti di impiego: edilizia, arredamento, moda, design, imballaggio ecc.
Costituito per il 57% da materie prime rinnovabili (il sale), il PVC, in fase di produzione, consuma meno energia di altre materie plastiche. Ciò nonostante VinylPlus, l’impegno volontario dell’industria europea del PVC per la sostenibilità a cui PVC Forum Italia partecipa attivamente, si è prefissato di ridurre del 20% entro il 2020 proprio il consumo di energia per la produzione di PVC. Sempre riguardo a questa fase, VinylPlus ha garantito negli anni un utilizzo sempre più sostenibile degli additivi, sostituendo cadmio, piombo e ftalati a basso peso molecolare con altre sostanze in linea con gli indirizzi dati dal Regolamento Reach sulle sostanze chimiche.
Il PVC è resistente, in fase di utilizzo mantiene a lungo la prestazione a cui l’oggetto è destinato e non richiede particolari sforzi per la manutenzione. La compatibilità ambientale dei manufatti in PVC, in particolare serramenti e tubi, è stata dimostrata da innumerevoli studi che hanno evidenziato valori molto competitivi di LCA durante l’intero ciclo di vita del prodotto.
Il riciclo ricopre indubbiamente un ruolo determinante in un’ottica di economia circolare. A fine vita il PVC è riutilizzabile fino a 7 volte in nuovi prodotti. Questo significa un ciclo di vita allungato nel tempo, “moltiplicato per 7” rispetto all’impiego originale a cui il polimero è destinato. Il PVC è quindi in grado di offrire un contributo molto prezioso a fine vita con un peso importante non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico e sociale. Due aspetti questi che vanno certamente considerati e quantificati quando si parla di un sistema economico.
Secondo i dati estrapolati dal documento “Showing the Path for a Circular Economy” di VinylPlus, attraverso quest’ultimo - e prima Vinyl 2010 - dal 2000 l’industria europea del PVC ha creato una struttura efficiente volta alla sostenibilità del polimero. Una rete che coinvolge oltre 200 partner in 28 paesi dell’UE, comprese Norvegia e Svizzera, a cui si aggiungono 153 riciclatori coinvolti nel progetto Recovinyl e che ha sostenuto investimenti legati al riciclo pari a circa 100 milioni di euro.
Il risultato tangibile di questa iniziativa sono state 569 mila tonnellate di PVC riciclate nel 2016 dalle diverse applicazioni del PVC, in linea con l’obiettivo ambizioso, dichiarato da VinylPlus, di riciclarne 800 mila all’anno entro il 2020. Dal 2000 a oggi sono state recuperate e riutilizzate ben 3,6 milioni di tonnellate di PVC post consumo.
Il giro d’affari annuale generato dal riciclo del PVC è di circa 500 milioni di euro, con l’obiettivo da parte dell’industria europea di portarlo a 800 milioni entro il 2020.
L’organizzazione creata da VinylPlus ha avuto un impatto importante anche per il mondo del lavoro: per ogni 500 mila tonnellate di PVC riciclato si generano infatti circa 1000 nuovi posti di lavoro in anni di forte crisi dal punto di vista occupazionale. Sono dati che provengono da indagini riferite ad aziende medio-grandi del Centro e Nord Europa. In Italia, i riciclatori sono normalmente aziende medio-piccole e quindi l’incidenza del riciclo sui nuovi posti di lavoro potrebbe essere anche significativamente maggiore. Tornando al tema dell’ambiente, ogni chilogrammo di PVC riciclato sostituisce una quantità equivalente di nuovo PVC sul mercato, riducendo notevolmente i volumi destinati alla discarica, il consumo di energia e l’effetto serra. Per ogni chilo di PVC riciclato possono essere risparmiati 2 chili di anidride carbonica, quindi con 500 mila tonnellate si evita un milione di tonnellate di anidride carbonica.
Il PVC dimostra quindi di essere completamente allineato al concetto di economia circolare, offrendo un prezioso contributo dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Risponde perfettamente all’obiettivo di “fare di più con meno”.