L'azienda costruttrice di linee complete per l’estrusione, Union, con sede a San Vittore Olona (Milano), è una delle 500 migliori PMI che negli anni della crisi hanno continuato a investire e oggi sono campioni del made in Italy. È quanto risulta da un’inchiesta commissionata dall’Economia, il supplemento economico del Corriere della Sera, a ItalyPost per celebrare il suo primo anno di pubblicazione, partendo dall’analisi di quasi 15 mila bilanci e presentata a Borsa Milano il 22 marzo.

Lo studio, realizzato da un team composto da analisti finanziari dell’agenzia di rating ModeFinance e da esperti in corporate finance di Special Affairs, sulla base di un viaggio in giro per l’Italia durato un mese, ha identificato i 500 campioni che costituiscono il nucleo avanzato della ripresa economica: 22 miliardi di fatturato e più di 4 miliardi di redditività lorda. Crescono di oltre il 7% l’anno e hanno investito già negli anni di crisi. Imprese tra i 20 e i 120 milioni di fatturato che, negli anni più bui della crisi, tra il 2010 e il 2016, anziché andare in affanno hanno cominciato a crescere a ritmi vertiginosi, produrre utili e posti di lavoro.

Uno studio che permette di guardare in faccia una a una imprese nella stragrande maggioranza dei casi sconosciute, leggerne la crescita media degli ultimi sei anni e guardare alla loro redditività lorda negli ultimi tre anni. Imprese che costituiscono la spina dorsale dell’economia del Paese, ma che, di certo, non hanno avuto più di tanto bisogno delle banche e, anzi, nella maggior parte dei casi, sono senza esposizioni debitorie nei confronti del sistema bancario e presentano quasi sempre riserve di liquidità impressionanti e un elevato livello di patrimonializzazione, cioè mezzi propri investiti in azienda. Imprese che hanno attraversato la crisi continuando a investire e a sfruttare al meglio spazi lasciati liberi da altri, con redditività eccellenti grazie allo slancio sul prodotto, all’affinamento continuo dei processi produttivi, all’innesto prudente, ma incalzante, di nuove tecnologie, alla incessante tensione innovativa continua e alla vocazione all’internazionalizzazione, che permette di presidiare mercati globali con continuità e spesso con posizioni di leadership assoluta.

500 campioni che però non vanno a costituire un unico gruppo e tra cui spiccano piuttosto le singole, specifiche realtà imprenditoriali in tanti settori diversi, accomunate da dinamismo, eccellenza e tipo di proprietà: sono tutte aziende familiari, da più generazioni o da una soltanto, e tutte a puro controllo italiano. Un modello di impresa, quello familiare, in alcuni casi considerato un limite, ma che in questo caso ha mandato in soffitta i vecchi modelli pre-crisi. Se i 500 campioni crescono e guadagnano è, anche, perché non si curano di cliché, stereotipi, retoriche, riflettori, ma lavorano investendo, facendo ricerca e sviluppo e producendo innovazione.