Con il finanziamento del progetto di ricerca Abachos, Sapa supporta la ricerca dell’istituto superiore Plamieri-Rampone-Polo di Benevento e lancia un velivolo a 36 mila metri di altezza: un volo nel futuro con l’intento di rilevare condizioni atmosferiche e campi magnetici per la prevenzione dei terremoti.
Il 4 giugno, infatti, un velivolo è partito dall’aeroclub di Benevento per raggiungere la stratosfera a circa 36 mila metri di altezza. Si tratta di un drone al quale sono state applicate due apparecchiature, una che consente le rilevazioni delle condizioni atmosferiche, l’altra che permette di registrare l’andamento del campo magnetico, utile per monitorare i movimenti tellurici e per prevenire eventuali terremoti.
A differenza delle altre esperienze di lancio, il velivolo è stato progettato per fare ritorno al punto di partenza, una volta che il pallone, a contatto con l’atmosfera, è scoppiato (la durata della traiettoria di ritorno dipende dalle condizioni atmosferiche e si aggira tra quattro e sei ore). L’idea nasce in seno al progetto Abachos, “Automatic Back Home System”, un programma didattico vero e proprio, nato dalla mente di Amedeo Lepore, sviluppato inizialmente presso l’istituto superiore Vittorio Emanuele II di Napoli, per poi spostarsi nell’istituto Palmieri-Rampone-Polo di Benevento. L’avvio del progetto è avvenuto attraverso diversi invii nella stratosfera di palloni sonda e dei relativi payload. Con i primi tentativi, questa particolare iniziativa ha attratto una schiera di appassionati, appartenenti al settore scientifico, e con essi nuove idee e nuovi stimoli.
Sapa, oltre a finanziare il progetto, ha realizzato anche alcune parti importanti del velivolo, nel proprio reparto di ingegneria di ricerca e sviluppo. Qui si è sviluppato One-Shot, uno tra i più veloci metodi di produzione di componenti auto al mondo, che punta sull’ottimizzazione dei processi, cercando sempre la strada più efficace e rapida per ridurre il peso e i costi dei componenti stessi. Nel caso specifico del progetto Abachos, il direttore tecnico e della ricerca e sviluppo di Sapa, Innocenzo Macchiarolo, ha ben spiegato come il reparto si sia occupato dei flap, le due alette che consentono al velivolo di orientarsi, realizzati con una stampante 3D, attraverso una matematizzazione dell’oggetto. Un componente che non subisce alcun tipo di variazione fisica o meccanica, seppur lanciato nella stratosfera.
Sapa ha voluto supportare questa ricerca soprattutto perché a condurla è stata una scuola secondaria di Benevento, proprio per l’attenzione che l’azienda rivolge all’istruzione e alla formazione. “Lanciare un componente auto nello spazio è stata da subito una sfida affascinante, sulla scia di quanto fatto nel recente passato da Tesla. Il futuro del mondo automobilistico è nell’innovazione capace di creare auto più leggere e sicure. Una sfida che in Sapa abbiamo raccolto creando e lanciando il metodo One-Shot, il metodo più veloce al mondo per creare componenti auto, con meno peso, meno costi e maggiore produttività. Un metodo che abbiamo applicato anche nel realizzare il componente lanciato nello spazio all’interno del progetto Abachos, che non ha subito alcun tipo di deformazione nonostante il lancio nella stratosfera e in assenza di gravità. Inoltre, in questo modo abbiamo dato supporto a un progetto scientifico che coinvolge giovani e ricerca, puntando sulle eccellenze del nostro territorio. Temi che ci sono molto cari da sempre. Infatti, è stato anche grazie al lavoro fatto con le migliori università italiane ed estere che Sapa ha potuto avere un importante sviluppo di risorse umane e fatturato, che nel 2017 si è attestato sui 180 milioni di euro, con 6 stabilimenti produttivi in Italia ed Europa e oltre 1000 persone impiegate. Numeri che cresceranno sicuramente nel corso del 2018”, ha commentato Giovanni Affinita, membro del consiglio di amministrazione di Sapa, sottolineando come questo tipo di progetto non abbia soltanto impatto su una categoria di tecnologie scientifiche, ma possa indirettamente essere di aiuto anche in altri rami, come quello automobilistico, in cui la stessa Sapa opera.