È incontestabile che la plastica sia divenuta oggi un materiale essenziale nell’economia mondiale, ma risulta fondamentale produrre materiale plastico di miglior qualità e più facile da riciclare. Sono due, infatti, le parole d’ordine lanciate dall’Unione Europea per ridurre l’inquinamento: riciclare e riutilizzare. Per questo Friul Filiere mette il suo know-how al servizio dei trasformatori per sviluppare nuovi prodotti in linea con le direttive europee.
Fondata 40 anni fa come società costruttrice di filiere per l’estrusione di materie plastiche, oggi l’azienda friulana vende in tutto il mondo impianti completi “chiavi in mano” per chi desidera prestazioni di alta qualità nella produzione di tubi e profili. Si tratta di linee d’estrusione altamente tecnologiche, completamente personalizzate e garantite “made in Italy” al 100%. Impegnata da sempre in attività di ricerca e sviluppo, al fine di garantire prodotti innovativi ai trasformatori, Friul Filiere si trova a suo agio di fronte alle sfide per la sostenibilità che il mercato le propone già da qualche tempo. Ha realizzato impianti per l’estrusione di prodotti riciclabili, ma anche ottenuti riutilizzando come materie prime scarti di precedenti lavorazioni.
Ne è un esempio significativo l’impianto per la produzione di profili in materiale composito FFC (Foam Fiber Composite), del quale Friul Filiere detiene il brevetto per formulazione, attrezzatura, impianto, know-how di processo e caratteristiche del profilo estruso. L’FFC si basa su una miscela ottenuta dalla combinazione di resine termoplastiche e fibre naturali, alleggerita tramite espansione a celle chiuse. La vera forza innovativa di questo materiale risiede nella possibilità di poter riciclare e riutilizzare, all’interno della formulazione, non solo gli scarti di fibre vegetali (juta, canapa, canna da zucchero ecc.), ma soprattutto gli scarti di polimeri termoindurenti classificati come rifiuti speciali (gomma, urea, resine melamminiche o fenoliche, MDF (Medium-Density Fibreboard), vernici ecc.). Tutto ciò si traduce in prodotti sostenibili e rappresenta un notevole vantaggio per l’ambiente, ma anche per il produttore, che vede abbattute le spese per l’approvvigionamento di materie prime e tagliati i costi per lo smaltimento dei rifiuti speciali.
Recentemente, per esempio, Friul Filiere ha realizzato diversi impianti che utilizzano formulazioni contenenti scarti di materiali fenolici derivati dalla produzione di antine per le cucine. Chiunque nel mondo svolge quest’attività accumula tonnellate di polvere di scarto e per riuscire a smaltirle deve incaricare società specializzate e autorizzate. Aziende sudamericane, venute a conoscenza della tecnologia Friul Filiere, hanno deciso di sfruttare l’opportunità e riutilizzare tali scarti per aggiungere alla loro gamma di prodotti anche una serie di profili estrusi in FFC e, in particolare, doghe per pavimenti.
Film riciclabile per serre
Per quanto riguarda, invece, l’impegno nella realizzazione di prodotti riciclabili, Friul Filiere è stata partner di un progetto per il settore agricolo. Si tratta di una ricerca applicata al film in HDPE utilizzato per la protezione delle serre, da sempre caratterizzato da occhielli in metallo utili all’ancoraggio a terra del telo, ma che lo rendono non riciclabile. Il trasformatore ha quindi posto Friul Filiere davanti alla necessità di realizzare un telo completamente riciclabile. Il risultato è stato quello di progettare e costruire una linea d’estrusione per la produzione di film in HDPE rinforzato grazie alla coestrusione di due bande laterali e di una fascia centrale (sempre in HDPE), che, punzonate, sostituiscono gli occhielli in alluminio e permettono il riciclo totale del prodotto finito. Questo impianto complesso consiste in diverse unità in linea e macchine ausiliarie, tutte gestite da un unico PLC, secondo i requisiti dell’Industria 4.0. Il risultato è un impianto flessibile, in grado di adattarsi e di consentire la coestrusione delle fasce rinforzate anche su teli di dimensioni diverse, idoneo alla realizzazione di un prodotto riciclabile ed efficace nella sua applicazione.
Fascette riciclabili per la chiusura dei sacchetti
Con l’obiettivo di garantire la possibilità di riciclare il prodotto finito, Friul Filiere si è dedicata ad applicazioni anche per altri settori. Basti pensare alla sua tecnologia per la produzione delle fascette chiudi-sacchetti (clip band) utilizzate nel settore alimentare. Tradizionalmente, tali fascette sono composte da plastica e filamenti d’acciaio, ma questi ultimi impediscono di riciclare il prodotto. Per ovviare a questo inconveniente e rispondere adeguatamente alle aziende produttrici di fascette, che dovranno presto adeguarsi alla stringente normativa europea sul riciclo, il costruttore friulano ha studiato una soluzione che prevede l’eliminazione dei filamenti d’acciaio: materiale termoplastico coestruso si sostituisce ai filamenti rendendo il prodotto estruso in plastica al 100% e, pertanto, facilmente riciclabile.
L’impianto prevede due estrusori (necessari per la coestrusione) equipaggiati con un’attrezzatura dedicata. Fungendo, come d’abitudine, da unico referente dei progetti chiavi in mano, l’azienda costruttrice ha fornito al cliente anche le macchine a monte e a valle della linea d’estrusione, quali, per esempio: il sistema di dosaggio e caricamento sugli estrusori, l’impianto d’essicazione del materiale e i bobinatori a fine linea, per la raccolta del prodotto finito.