Il 6 marzo 2019 la tavola periodica degli elementi ha compiuto 150: fu infatti presentata per la prima volta dal chimico russo Dmitrij Ivanovič Mendeleev (nella foto a sinistra) il 6 marzo 1869. Il nuovo strumento a disposizione degli scienziati non solo riportava gli elementi chimici allora conosciuti, ordinandoli in base ai rispettivi numeri atomici e di elettroni, ma conteneva diversi spazi vuoti che consentivano di prevedere la scoperta di altri elementi chimici e le relative caratteristiche chimico-fisiche. Previsioni che furono confermate a partire da pochi anni dopo con la scoperta di scandio, gallio e germanio, che possedevano proprio le caratteristiche chimico-fisiche attese grazie alla tavola.
“La tavola degli elementi rappresenta non solo la mappa per tutti i chimici del mondo, ma è un simbolo della potenza innovativa della chimica: uno schema aperto, da arricchire con nuovi elementi ancora sconosciuti. La genialità di Mendeleev risiede anche nell’aver ideato la tavola lasciando spazi vuoti, da riempire con nuove scoperte, con la consapevolezza che la ricerca chimica, motore fondamentale di innovazione, aveva ancora molto da svelare”, ha dichiarato Paolo Lamberti (nella foto in basso), presidente di Federchimica in occasione delle celebrazioni dell’anno internazionale della tavola periodica.
“Celebrare la scoperta di Mendeleev deve far riflettere sul ruolo fondamentale che la chimica ha avuto nel progresso tecnologico e nell’innalzamento della qualità della nostra vita. Alla chimica e alla sua industria si devono non solo scoperte epocali, ma anche lo sviluppo di processi produttivi che oggi sono alla base della sostenibilità ambientale. Basti pensare che, rispetto a trent’anni fa, le emissioni in atmosfera si sono drasticamente ridotte del 95%, in linea con gli obiettivi dell’Unione europea sui cambiamenti climatici al 2030”, ha aggiunto Lamberti.
La chimica è un settore tecnologico e complesso, votato alla ricerca. Nell'ultimo decennio gli addetti dedicati alla ricerca e allo sviluppo nell’industria chimica sono aumentati del 70%, a testimonianza dell’impegno delle imprese verso un’innovazione sempre più basata sulla ricerca strutturata. Non solo l’industria chimica è competitiva, ma rende più competitivi gli altri settori, consentendo loro di offrire prodotti a maggiore contenuto tecnologico e con migliori prestazioni ambientali. È stato calcolato che, complessivamente, i prodotti della chimica, in fase di utilizzo, fanno risparmiare mediamente oltre due volte le emissioni di gas serra che la loro produzione ha richiesto: un rapporto che si stima possa salire a quattro volte entro il 2030.
“L’anno internazionale della tavola degli elementi dovrebbe essere anche occasione di riflessione, per comprendere che un paese moderno non può fare a meno di un’industria chimica forte per affrontare in modo efficace le sfide globali nei prossimi anni, sia a livello di competitività, sia sul fronte sociale e ambientale (la crescita esponenziale della popolazione, i cambiamenti climatici, per citare i più rilevanti). L’industria chimica è impegnata al massimo per dare il proprio contributo alla crescita e all’evoluzione tecnologica, migliorando continuamente prodotti e processi, in ottica di sostenibilità. I 150 anni della tavola di Mendeleev ci dicono che la chimica ha certamente un glorioso passato, ma anche un grande futuro, ancora da scrivere”, ha concluso Lamberti.