Per accedere al mercato dell’Unione Europea, i prodotti realizzati con materie plastiche a base biologica devono essere sottoposti alle stesse procedure di test di quelli in plastica convenzionali, così da escludere un rischio per la salute dei consumatori. E le materie plastiche destinate a essere certificate come biodegradabili o compostabili devono essere sottoposte a test aggiuntivi. "I prodotti realizzati in bioplastica quindi sono sottoposti a più test rispetto a quelli in plastica convenzionali", spiega Hasso von Pogrell (nella foto in basso), direttore di European Bioplastics (EuBP).
Nell'Unione Europea, i prodotti in plastica a contatto con gli alimenti devono essere conformi a rigide normative, che valgono tanto per i materiali biologici quanto per quelli convenzionali. Il regolamento della Commissione Europea n. 10/2011 contiene i requisiti per i test di migrazione e il valore limite di migrazione indica la quantità massima di un materiale rilevabile negli alimenti, garantendo che un materiale a contatto con gli alimenti non rappresenti un rischio per la salute dei consumatori. Inoltre, oltre al test di migrazione, viene verificata anche la composizione dei materiali multicomponente e solo le sostanze e i materiali che sono stati valutati e ritenuti sicuri dall’Unione Europea possono essere utilizzati in ambito alimentare.
Le plastiche biodegradabili certificate per il compostaggio industriale secondo lo standard UE EN 13432 devono rispettare un limite fisso per metalli pesanti e altre sostanze tossiche e pericolose. Inoltre, sono sottoposte a un test di ecotossicità in conformità con le norme Ocse per valutare i possibili effetti del compost industriale sulla crescita delle piante e sulla sua innocuità tossicologica per i microrganismi. I teli agricoli per pacciamatura certificati come biodegradabili nel suolo secondo lo standard UE EN 17033 devono essere conformi alle rigide linee guida SVHC (Substances of Very High Concern), garantendo che tali teli non contengano sostanze estremamente pericoloso. Oltre a un ulteriore test per l'inibizione della nitrificazione, la certificazione EN 17033 include anche una procedura per escludere gli effetti negativi sugli organismi del suolo come i lombrichi. Uno standard per il compostaggio domestico delle borse per la spesa (prEN 17427), che dovrebbe essere pubblicato a breve dal CEN, riassumerà ancora una volta tutte le procedure di prova.
"L’affermazione che i prodotti a base di bioplastiche contengano sostanze chimiche nocive è insostenibile, dati i numerosi test richiesti", afferma von Pogrell, che fa riferimento ai risultati di uno studio recentemente pubblicato da un gruppo di ricerca dell'Università di Francoforte. La metodologia dello studio, in cui i prodotti bioplastici sono stati sottoposti a test di migrazione, viene considerata discutibile, in quanto differisce in modo significativo dalla metodologia delle procedure di test dell'UE. "Inoltre, il risultato del test dello studio di Francoforte non rappresenta una caratteristica specifica delle bioplastiche. Al contrario, la diversa metodologia porta allo stesso risultato quando si testano prodotti in plastica convenzionali", conclude von Pogrell.