Presso la sua sede di Cittadella (Padova), Simax, specializzata nella produzione di granuli termoplastici destinati a diversi settori di applicazione, ha celebrato il 14 settembre sessant’anni di attività, evento cui oltre alla famiglia Pavin, che guida l’azienda, il management e i dipendenti, sono intervenute varie autorità: il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, l’europarlamentare Elena Donazzan, il presidente di Confindustria Veneto Est Leopoldo Destro, il sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy Massimo Bitonci, il questore del Senato Antonio De Poli, l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato e il sindaco di Cittadella Luca Pierobon.
La storia di Sirmax comincia nel 1964 a Isola Vicentina con la nascita di Sirte. Nel 1999 l’azienda fondata da Lorenzo Coppola viene acquisita da Maxplast, avviata nel 1992 dai fratelli Massimo e Roberto Pavin, e prende il nome di Sirmax, che in poco tempo diventa un operatore importante a livello globale diversificando la produzione, affinando la ricerca tecnologica e sviluppando nuovi settori di attività. L’internazionalizzazione caratterizza l’attività dell’azienda negli anni seguenti. Dopo l’avvio di un nuovo impianto a Tombolo (Padova) per la produzione di una gamma diversificata di tecnopolimeri, negli anni Duemila comincia il processo di globalizzazione: con uno stabilimento greenfield a Kutno (Polonia) nel 2006, con l’impianto a Jundiaí (Brasile) nel 2014, con la costruzione di uno stabilimento ad Anderson (Stati Uniti) nel 2015.
E ancora: in India nel 2017 viene firmata una joint venture con Autotech Polymers, del gruppo Tipco, azienda specializzata nei settori elettrodomestico e auto con stabilimenti a Valsad e Palwal, che prende il nome di Autotech Sirmax e che permette al gruppo di essere presente nell'area asiatica; nel 2019 viene inaugurato il secondo stabilimento polacco, sempre a Kutno, nel 2022 viene avviato il secondo stabilimento negli Stati Uniti, sempre ad Anderson. Nel 2019 iniziano gli investimenti nell’economia circolare, con l’acquisizione della veneziana Microtec, produttrice di compound compostabile e biodegradabile, e di SER (Società Europea di Rigenerazione) di Salsomaggiore Terme (Parma), con un impianto dedicato al riciclo di scarti post-consumo. L’impegno nella ricerca porta alla partecipazione di Sirmax nel 50% di Smart Mold, spin-off dell’Università di Padova che supporta i clienti nella progettazione di componenti, nello stampaggio a iniezione, nella scelta dei materiali e nell’ottimizzazione dei processi.
"La storia di Sirmax”, ha dichiarato il presidente e amministratore delegato Massimo Pavin, “è una storia di occasioni inaspettate e di situazioni che si intrecciano con le specificità delle persone. Ma anche di una profonda attenzione nei confronti del mercato e del coraggio di investire. Sirmax non sarebbe mai arrivata ai risultati di oggi se non ci fosse stata la tenacia imprenditoriale e una squadra coesa in grado di mettere a terra le idee e le strategie di business”.
Sirmax guarda al futuro forte di un primo semestre 2024 dai numeri più che positivi: 215 milioni di euro di ricavi, contro i 200 del 2023, frutto anche di un aumento dei volumi di vendita del 10%, e 24 milioni di margine operativo lordo. I buoni risultati sono conseguenza degli investimenti degli ultimi quattro anni: 180 milioni di euro tra crescita interna, con il raddoppio dei siti negli Usa e in Polonia, l’aumento del 10% della capacità produttiva in Europa e l’acquisizione di aziende nelle plastiche da riciclo (SER, oggi Sirmax New Life) e a base biologica (Microtec, oggi Sirmax). La diversificazione si è rivelata vincente per Sirmax: oggi la plastica biologica e soprattutto quella da post-consumo rappresentano il 90% dei volumi nei nuovi progetti e valgono il 10% dei ricavi attuali. Guardando i settori, se l’automobile vale il 20% del totale, un quinto di questo 20% è fatto di prodotti green. Vincente anche la diversificazione geografica: se l’Europa resta ancora in stallo, in Usa Sirmax ha registrato nel primo semestre 2024 una crescita del 20%, acquistando nuove quote di mercato. Il gruppo è cresciuto del 10% anche in Brasile e in India, in quest’ultimo Paese grazie alla spinta di una politica statale che sta dando impulso a consumi e produzione interna.
“Il nostro valore è la diversificazione sia geografica che di prodotto”, ha commentato Pavin. “L’elettrodomestico, ad esempio, resta in stallo, ma noi abbiamo aumentato i nostri volumi acquistando quote di mercato con i prodotti circolari. Altro fattore importante che ha decretato il successo del primo semestre è il fatto di avere una catena del valore localizzata, filiere corte direttamente sui territori dove internazionalizziamo. Questo ci permette di sentire meno l’impatto delle problematiche geopolitiche, del costo dei noli o delle politiche dei dazi”.
Il piano industriale 2025-2027 prevede nuovi investimenti per circa 30 milioni di euro. Le prossime sfide a cui Sirmax sta lavorando, seguendo la strategia multi-country e multi-product, sempre nel solco della sostenibilità, riguardano l’internazionalizzazione, e sono il completamento del quattordicesimo stabilimento produttivo del gruppo, quello di Hosur (India) entro il 2026, che si aggiunge agli altri due indiani, e la pianificazione di ulteriori investimenti nella proprietà di Anderson negli Stati Uniti.
“In questo momento”, ha concluso Masimo Pavin, “l’azienda ha ottime prospettive di crescita in Usa, India e Brasile. L’Europa resta la nostra maggiore destinazione, ma sta ancora vivendo un momento difficile e, per il nostro settore, molto dipenderà da come il governo europeo vorrà affrontare il tema della regolamentazione delle merci in entrata. Il rischio è la perdita di competitività delle nostre imprese a vantaggio delle economie asiatiche, alle quali vanno applicate le stesse regole di tutela ambientale che abbiamo in Europa. Ho molte aspettative nei confronti del documento presentato nei giorni scorsi da Mario Draghi, l’Europa continuerà a giocare un ruolo fondamentale nello scenario economico internazionale”.