All’indomani del voto in seduta plenaria del Parlamento europeo sul nuovo regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi (PPWR), che adesso inizia il percorso di negoziato con il Consiglio europeo, le associazioni di filiera interessate dalla nuova normativa si sono pronunciate in merito all’accoglimento delle istanze che chiedevano un voto orientato dal buon senso e basato su dati scientifici.
A tale proposito, il presidente di Unionplast, Marco Bergaglio (sopra), ha dichiarato che “il voto in plenaria dell’Europarlamento sul regolamento imballaggi (PPWR) ha respinto la posizione ideologica, quella del minor impatto ambientale del riutilizzo, non supportata scientificamente e che anzi probabilmente implica più trasporti, più inquinamento e maggiori consumi di acqua ed energia. Si tratta di un voto importante, che tutela l’ambiente, le aziende italiane e i cittadini: se il regolamento fosse stato approvato così come proposto dalla Commissione l’impatto sulle filiere industriali, soprattutto del packaging e dell’agroalimentare, avrebbe messo in ginocchio migliaia di imprese e relativi posti di lavoro, incidendo pesantemente sul nostro PIL”.
“Buono il lavoro dei parlamentari italiani che hanno saputo difendere le posizioni dell’industria del packaging e delle numerose filiere a essa connesse. Vi saranno ulteriori elementi che meritano di avere una ulteriore modifica affinché il senso della realtà non sfugga al legislatore europeo che dovrà al contrario fare i conti con una politica industriale in equilibrio tra la sostenibilità ambientale sociale ed economica. In Italia è bene ricordare che il recupero totale di rifiuti di imballaggi in materiale plastico su immesso a consumo è pari al 96,3%”, ha concluso Marco Bergaglio.
Secondo il presidente di Corepla, Giovanni Cassutti (a sinistra), "iI voto in plenaria dell’Europarlamento sul regolamento imballaggi (PPWR) è un risultato importante, che tutela il “sistema Italia” e un giusto riconoscimento al nostro modello di eccellenza.
“Corepla da 25 anni è uno degli attori che maggiormente contribuisce a sensibilizzare i cittadini verso la cultura circolare ed è all’apice di una grande filiera di imprese consorziate e di un sistema che svolge un ruolo economico e sociale prezioso per il nostro Paese. Se il regolamento fosse stato approvato così come proposto inizialmente dalla Commissione, l’impatto avrebbe smantellato un settore economico con migliaia di addetti e vanificato gli ottimi risultati ambientali del riciclo, ottenuti grazie al lavoro congiunto che coinvolge comuni, cittadini, imprese e Consorzi di filiera. In questa direzione, e con l’impegno di tutti, sarà possibile promuovere la circolarità del comparto e della filiera italiana e dare nuovo impulso all’innovazione del Paese. Ci auguriamo che gli step successivi portino a definire posizioni sempre più equilibrate e meno ideologiche seguendo una impostazione in linea con il PNRR", ha aggiunto Giovanni Cassutti.
Assobioplastiche ha accolto con favore il voto del Parlamento europeo, che va letto come una conferma la bontà del modello italiano in grado di connettere le bioplastiche compostabili con la gestione del rifiuto organico.
“Siamo particolarmente soddisfatti di questo voto”, ha commenta il presidente Luca Bianconi (a destra), “perché il Parlamento europeo, riconoscendo ancora una volta la bontà del modello italiano in cui le bioplastiche compostabili sono a servizio della raccolta dell’umido, ha sensibilmente migliorato la proposta iniziale della Commissione che, pur tra luci e ombre, nel complesso prevedeva un approccio ingiustamente restrittivo nei confronti delle bioplastiche compostabili. Auspichiamo che nel corso dell’esame della proposta da parte del Consiglio europeo e nei triloghi con il Parlamento e la Commissione il testo possa essere difeso e anzi ulteriormente migliorato”.
Per il presidente di Biorepack, Marco Versari (a sinistra), “quello approvato dall’aula del Parlamento europeo è un testo equilibrato. Rispetto all'impostazione iniziale, che, in alcuni passaggi, risultava decisamente penalizzante nei confronti del riciclo, corregge alcune storture, recuperando il giusto spazio per tale forma di riciclo e per i materiali come le bioplastiche compostabili, che sono sviluppate anche per essere a supporto di tale riciclo. La produzione di imballaggi in bioplastiche compostabili gioca un ruolo decisivo per aumentare qualità e quantità della raccolta dell’umido e per la sua successiva trasformazione in compost, utilizzabile per il ripristino della fertilità dei suoli degradati. Siamo quindi particolarmente lieti che, dopo il voto, il modello italiano di interconnessione tra la gestione dell'umido urbano e gli imballaggi in bioplastiche compostabili possa essere non solo mantenuto, ma anche diffuso in altri Paesi dell’Unione”.
Dal 1° gennaio 2024 la raccolta differenziata dell’umido diventerà obbligatoria in tutta la UE (obbligo che in Italia è in vigore da due anni) e quindi, ha concluso Marco Versari, “ben presto anche gli altri Stati membri potranno toccare con mano un sensibile miglioramento dei tassi di raccolta e riciclo dell'umido, che sarà possibile anche grazie al positivo contributo assicurato dai manufatti compostabili. In questo ambito, l’Italia vanta una leadership e molte buone pratiche, che hanno trovato sostegno unanime da parte delle organizzazioni agricole e industriali nazionali. Dopo il voto dell’Europarlamento auspichiamo che il Consiglio confermi questo approccio dando così la possibilità di diffondere il nostro virtuoso modello anche al di fuori dei confini nazionali”.