Prosegue l’impegno di Corepla per la creazione di filiere industriali di selezione e riciclo anche per gli imballaggi più complessi. La filiera italiana del riciclo è impegnata da anni nello sviluppo di nuove tecnologie per far sì che tutti gli imballaggi raccolti, anche quelli più complessi per composizione e/o dimensioni, trovino una collocazione nel mercato. Sfida particolarmente impegnativa che riguarda la valorizzazione degli imballaggi rigidi di piccole dimensioni a base poliolefinica, ossia PP e PE: tappi, capsule, gusci protettivi, boccette, vasetti e tubetti sono solo alcuni esempi di imballaggi che, allo stato attuale della tecnologia, rischiano di sfuggire alla selezione e contribuire così alla composizione del cosiddetto “plasmix”, destinato a recupero energetico.
Con un importante sforzo in termini di competenze, oltre che di investimenti in tecnologie di selezione, negli ultimi mesi sono stati avviati i primi specifici progetti di valorizzazione di queste tipologie di imballaggio, fortemente voluti dal consorzio Corepla in sinergia con tutti gli altri attori della filiera. I primi risultati sono incoraggianti. I nuovi selettori ad alta definizione utilizzano la tecnologia NIR basata su sensori del vicino infrarosso, capaci quindi di determinare la composizione chimica e alcune proprietà fisiche dei materiali selezionati. In questo modo, da tutti i rifiuti di imballaggio raccolti è stato possibile selezionare una frazione composta da imballaggi rigidi a base poliolefinica di dimensioni molto piccole, tipicamente comprese tra 20 e 55 mm. Successivamente questa stessa frazione può essere avviata a riciclo meccanico.
Dopo queste prime fasi iniziali, la sperimentazione proseguirà avendo ben chiara la necessità di individuare un giusto compromesso tra la capacità di selezione e quella del mercato del riciclo di assorbire questi imballaggi su scala industriale.