Il nuovo processo “vapour smoothing” lanciato da Protolabs consente di migliorare la finitura superficiale, l’allungamento a rottura e la resistenza all'impatto degli articoli realizzati mediante stampa 3D, anche di geometrie complesse. Attualmente disponibile per componenti in PA 12 e poliuretano, la tenuta stagna e la levigatura migliorate derivanti da questa post lavorazione consentono di ampliare il campo applicativo dei componenti che richiedono finiture estremamente lisce e proprietà meccaniche insieme per ragioni estetiche e funzionali in settori come, per esempio, quelli industriale, per la produzione di serbatoi, tubi e condotte per fluidi, coperchi per valvole e coppe dell’olio, e medicale, per facilitare l’igienicità e la pulizia richiesta dai dispositivi.
Dopo il processo produttivo tramite SLS (Sinterizzazione Laser Selettiva) o MJF (Multi Jet Fusion), i pezzi vengono trasferiti in una camera di levigatura, dove sono riscaldati ed esposti all'azione dell'agente di finitura. Quest’ultimo, in condizioni estremamente controllate, evapora distribuendosi sull’intera superficie dei pezzi per liquefazione, livellando eventuali rilievi e avvallamenti e sigillando le cavità più piccole.
"Se la fabbricazione additiva permette al reparto di ingegneria di progettare e produrre pezzi complessi prestandosi maggiormente alla produzione in piccoli lotti, lo stampaggio a iniezione permette di ottenere una finitura di superficie molto più levigata. Adesso, tuttavia, con il vapour smoothing possiamo colmare questo divario levigando e sigillando anche le più piccole cavità sulla superficie dei pezzi stampati in 3D”, ha spiegato Andrea Landoni, responsabile di prodotto per la stampa 3D di Protolabs Emea.