In base alle previsioni del comitato macchine per materie plastiche di Tami (Taiwan Association of Machinery Industry), entro una decina di anni il 70% delle macchine a iniezione sotto le 1600 tonnellate di forza di chiusura in funzione nel paese dovrebbe essere di tipo elettrico, tendenza che obbligherà anche i costruttori locali a convertire la propria produzione. Sempre secondo Tami, erano stati proprio i costruttori taiwanesi, una ventina d’anni fa, a introdurre per primi i modelli “all electric”, salvo poi abbandonarli a causa dei costi elevati, poiché i componenti più importanti venivano acquistati da produttori tedeschi o giapponesi.
Attualmente sarebbe di nuovo in atto una conversione verso le macchine elettriche (sia per lo stampaggio a iniezione sia per il soffiaggio), sebbene ancora diversi costruttori si rivolgano a fornitori occidentali per le parti a elevato tasso tecnologico. Taiwan è il quinto costruttore mondiale di macchine per materie plastiche e gomma, con un fatturato che Tami ha stimato in oltre 1,5 miliardi di dollari nel 2013; per il 2014 è stato ipotizzato un aumento della produzione di cinque punti percentuali.