Per la prima volta in oltre 100 anni di storia, Confindustria ha incontrato il Santo Padre, partecipando a quello che il presidente della più grande associazione delle imprese italiane, Giorgio Squinzi, ha definito il “primo Giubileo degli industriali”. Sabato 27 febbraio, settemila imprenditori hanno ascoltato in Vaticano le parole di speranza di Papa Francesco e rinnovato il proprio impegno nella costruzione di una società più giusta e più vicina ai bisogni dell’uomo.
Il Papa, richiamando l’enciclica “Laudato sì” ha affermato che la figura dell’imprenditore deve essere mossa da una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti, ma che oggi deve dimostrare con forza ancora maggiore la propria funzione sociale. Gli industriali devono diventare artefici di un nuovo umanesimo del lavoro, al centro del quale deve essere messo un valore assoluto e indisponibile: la dignità dell’altro. L’invito rivolto a tutti è di compiere passi coraggiosi, per un mondo del lavoro che sia inclusivo e non esclusivo, nel nome dell’altruismo e della giustizia.
“Il mercato non sia assoluto, perché non c'è libertà senza giustizia e non c'è giustizia senza dignità. Rifiutate favoritismi e disonestà. Gli imprenditori sono chiamati a realizzare il bene comune ed essere artefici di un nuovo umanesimo. Troppi giovani sono prigionieri della precarietà. Non vengono interpellati da una richiesta di lavoro che dia loro, oltre a un onesto salario, anche la dignità”. Sono questi i moniti pronunciati da Papa Francesco durante l’udienza.
“La fede è elemento di straordinaria vitalità ed è riferimento anche per chi non crede. Senza duro lavoro e giusto profitto, la solidarietà è parola vuota. Disponiamo di mezzi incredibili, ma mai come oggi l’essere umano sembra solo e fragile. Il mondo chiede atti di responsabilità e gli imprenditori non vogliono sottrarsi”, sono state le parole di Giorgio Squinzi, pronunciate nel suo intervento.
Anche varie imprese operanti nell’industria delle materie plastiche e della gomma hanno preso parte a questo appuntamento senza precedenti. “Si è trattato di una giornata storica che ha posto al centro il valore dell’impresa nella società”, ha commentato Riccardo Comerio, amministratore delegato di Comerio Ercole e presidente degli industriali della provincia di Varese.
“È stata una mattinata emozionante. Non un’autocelebrazione dell’imprenditore, bensì un momento durante il quale Confindustria, con un’organizzazione impeccabile di un momento tanto importante, è riuscita a porre in evidenza e a presentare al Santo Padre gli elementi che muovono l’impresa: la passione, l’etica, il fare insieme. Un’impresa diventa grande quando riesce a trasformarsi in family company, in un luogo che riesce a coinvolgere i propri collaboratori in un progetto dove il valore del lavoro diventa centrale ed è utilizzato per indirizzare le esperienze, le competenze e il tempo di ciascuno, imprenditore compreso, nella costruzione di una comunità. Questo è l’impresa: passione corale improntata a dare all’azienda un ruolo sociale nel contesto in cui opera”, ha aggiunto Comerio, che attribuisce all’imprenditore un ruolo ben preciso nella società: “A noi è richiesto di agire per il bene dell’impresa. Se riusciamo a farlo, se riusciamo a creare benessere all’interno dell’azienda, riusciamo anche a creare una catena di coinvolgimento che traina con sé la soddisfazione dei nostri collaboratori, che si basa sulla realizzazione personale di ognuno”.