L’annuale mostra indonesiana Plastics & Rubber Indonesia, svoltasi a Jakarta dal 16 al 19 novembre, ha registrato un moderato calo nel numero degli espositori e della superficie occupata, così come dei visitatori, il cui flusso è stato prevalentemente concentrato nelle due giornate centrali, come del resto confermato dai dati diffusi dall’organizzatore.
Otto le collettive ufficiali partecipanti: in testa la Cina (con 51 aziende), seguita da Taiwan (con 47), Corea del Sud (con 11), Singapore (con 8), Germania e India (pari merito con 6), Svizzera e Italia (ciascuna con 4). La presenza italiana è stata caratterizzata anche da altre tre aziende con stand autonomo e da diversi marchi rappresentati dall’agente locale.
Oltre che per vicinanza geografica, la presenza di espositori cinesi e taiwanesi alla mostra di Jakarta è stata più consistente che in passato, anche perché il K di Düsseldorf ha assorbito gli sforzi economici e organizzativi di molte case europee, che hanno quindi rinunciato alla vetrina indonesiana.
In concomitanza con Plastics & Rubber Indonesia, si sono svolti i saloni Drinktec, Plaspack e Mould&Die; scelta coerente, visto che l’industria locale dell’imballaggio vale circa 6,2 miliardi di euro e il 60% del packaging locale è realizzato in plastica.
Come sottolineato dal viceministro dell’industria, che ha inaugurato la mostra, l’economia indonesiana attraversa una fase di rallentamento, a cui il comparto del packaging non si sottrae.
Secondo l’associazione locale dei trasformatori di materie plastiche, nel 2015 la domanda di manufatti è cresciuta solo del 3% (rispetto a una media del 7-8% degli anni precedenti).
In base ai dati 2015, l’Indonesia è al ventiduesimo posto nella graduatoria dell’export italiano di macchine e stampi per plastica e gomma, con una quota dell’1,24% sul totale; nei primi nove mesi del 2016 le vendite si sono attestate su un valore di 17 milioni di euro, facendo segnare un -32% dopo un quadriennio di costante crescita.