Fatturato 2016 in aumento del 3,2% rispetto al 2015 (che a sua volta risultava in crescita dell’1,3% sul 2014), per un valore di 60,8 miliardi di euro (contro i 59,8 del 2015). Sono questi i dati diffusi nel corso dell’assemblea generale di GKV, l’associazione tedesca dei trasformatori di materie plastiche, settore che conta 2900 aziende per un totale di 317 mila addetti.
Le vendite sul mercato interno hanno raggiunto quota 38,3 miliardi (+2,8%), 22,5 miliardi invece il valore delle esportazioni (+3,6%), destinato per oltre il 70% ai paesi membri dell’Unione Europea. A spingere il fatturato il volume della produzione, quantificato in 14,1 milioni di tonnellate (+3,6%), che in termini di suddivisione per applicazione può essere così ripartito: 5 milioni di t per l’edilizia (con un giro d’affari di oltre 19 miliardi di euro cresciuto del 4,7%), seguita, nell’ordine, da imballaggio (4,3 milioni di t, pari a 14,2 miliardi di euro, +4,4%), articoli tecnici (con un volume di 3,3 milioni di t e un fatturato di quasi 18 miliardi di euro, +1,7%) e beni di consumo (1,5 milioni di t, per 9,6 miliardi di euro, +2%).
L’indagine congiunturale svolta dall’associazione guidata da Dirk E. O. Westerheide fra i propri Associati rivela che ben il 61% delle aziende intervistate dichiara di aver registrato un incremento del proprio business, il 20% si è espresso in favore di una certa stabilità e il restante 19%, invece, avrebbe subito un calo. Le aspettative per il 2017 - sempre in termini di fatturato - si mantengono sostanzialmente positive: per il 57% dei trasformatori tedeschi il trend prosegue al rialzo, il 34% prevede di mantenersi sui livelli del 2016 e solo il 9% teme una contrazione.
Nonostante l’incoraggiante quadro generale, persiste una certa preoccupazione fra le imprese dovuta soprattutto agli elevati costi energetici e alla scarsa reperibilità di manodopera specializzata. Incertezza - in virtù di un export così significativo - è generata anche dalla Brexit e dalle sue possibili ricadute commerciali: un’eventuale uscita del Regno Unito dal mercato europeo sarebbe molto dannosa per il 4% dei trasformatori intervistati, comunque uno svantaggio per il 52% e senza ripercussioni per il restante 44%.