La crisi energetica e delle materie prime conseguente anche all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia sta mettendo a dura prova su più fronti i produttori europei di materie plastiche, le filiere di approvvigionamento e le economie dell’UE. Ad affermarlo è Plastics Europe, l’associazione dei produttori europei di materie plastiche, che constata anche come, nonostante i notevoli sforzi in corso per portare l’attività dei produttori europei di materie plastiche verso gli obiettivi dell'UE di zero emissioni e di economia circolarità entro il 2050, la produzione continui a basarsi sull’impiego di energia e materie prime ottenute da fonti fossili.
Gli elevati costi delle materie prime e dell'energia hanno già influito sui livelli di produzione di alcuni siti europei e portato a una perdita della loro competitività rispetto ad altre aree. L'impatto sui membri di Plastics Europe, tuttavia, non è uniforme, poiché differenti modelli produttivi e impronte geografiche (in Europa e nel mondo) si traducono in problemi e modi di affrontarli diversi. La plastica è un materiale strategicamente importante per l'economia europea, con applicazioni in quasi tutti i settori. Le aziende aderenti all’associazione europea, quindi, stanno lavorando intensamente per ridurre al minimo l'impatto della crisi sulle filiere a valle e sull'economia europea in generale.
La crisi ha messo in evidenza la vulnerabilità dell'industria europea della plastica, sostiene Plastics Europe, che si dice molto preoccupata dal fatto che possa erodere la competitività continentale e minare gli investimenti e l'innovazione necessari per la transizione verso un'economia circolare dell’industria della plastica. A questo riguarda, l’associazione riconosce gli sforzi dell'UE e degli Stati membri per superare la crisi in un contesto estremamente impegnativo e rimane quindi disponibile a lavorare a più stretto contatto con i responsabili politici per creare un quadro politico e normativo che protegga posti di lavoro, investimenti ed economia e sostenga e acceleri la transizione verso l’annullamento delle emissioni e della circolarità dell’economia.