L’uomo che ha rivoluzionato il “mondo della plastica”, Giulio Natta, nasce il 26 febbraio 1903 - ossia, ben 115 anni proprio oggi - a Porto Maurizio, in provincia d’Imperia. Se a qualcuno capitasse di passare dal civico 7 di via Petrarca, abbia la bontà di prestare attenzione a una targa commemorativa lì sistemata nel dicembre del 2003 alla presenza dei familiari e dell’allora sindaco, Luigi Sappa, che ancora oggi ricorda qual è la casa natale del chimico italiano conosciuto in tutto il mondo per aver inventato il polipropilene isotattico.

Un tipo geniale Giulio Natta, che a 16 anni ha già un diploma, a 21 una laurea e che nella sua vita ha firmato oltre 4000 brevetti: uno di questi - l’invenzione per cui, sorretto dal figlio Giuseppe e da quattro colleghi per l’ormai conclamato morbo di Parkinson, nel 1963 va a Stoccolma a ritirare la sua medaglia - è il Moplen.

Ma Giulio Natta è pure tipo dai piedi ben piantati per terra.

Nel 1927 - per dire - diventa libero docente, e in questa fase della sua vita è impegnato nello studio della sintesi del metanolo, della sintesi della formaldeide dal metanolo, come pure della gomma sintetica. Tutti studi che hanno un risvolto sia teorico - danno notevole aumento nelle conoscenze sui meccanismi di reazione e sui catalizzatori - sia pratico, perché migliorano la produzione industriale di taluni prodotti. È grazie a Giulio Natta, per esempio, che l’Italia rompe il monopolio della Germania sulla produzione industriale del metanolo. E poi ancora, con Montecatini mette a punto una linea di polimerizzazione della formaldeide. Nel 1938 contribuisce alla costruzione dell’impianto per la produzione della gomma sintetica a Ferrara. Nel 1952 c’è l’incontro che gli apre la strada al Nobel: quello con il chimico Karl Waldemar Ziegler.

Si sa che il tedesco ha trovato dei catalizzatori al titanio per ottenere polimeri lineari del gas etilene: ossia, il polietilene. Solo Natta, però, ne capisce subito la reale importanza. Fa così arrivare Ziegler a Milano e, parimenti, convince Montecatini a sborsare la “modica” cifra di un milione di dollari per dare un’occhiata alle sue carte. Più che sull’etilene, però, Natta sperimenta la tecnica di Ziegler su altri gas, tra cui il Image removed.propilene, con in mente la gomma sintetica.

Quello che Natta ottiene si chiama - in chimica - polipropilene isotattico, un polimero con proprietà straordinarie che non si trovano in natura, dove tutti gli atomi di carbonio asimmetrici hanno la stessa configurazione.

Inizia così un lavoro frenetico, cui segue la richiesta di brevetti e la presentazione degli studi al “Journal of the American Chemical Society”.

Siamo nel 1954 e, tre anni dopo, Montecatini ha già avviato la produzione commerciale della macromolecola di Natta e del polietilene di Ziegler.

Buon compleanno… caro signor Giulio!