Presentata il 7 novembre a Ecomondo l’edizione 2018 del Rapporto di Sostenibilità di Conai (il consorzio nazionale imballaggi), intitolato “Gli imballaggi nell’economia circolare”, che ha analizzato i benefici derivanti dall’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio - e del sistema Conai-consorzi di filiera in particolare - sul sistema paese e sull’ambiente.

Nel 2017 è stato avviato a riciclo il 67,5% dei rifiuti di imballaggio - in acciaio, in alluminio, in carta, in legno, in plastica e in vetro - immessi al consumo sull’intero territorio nazionale, per un totale di 8,8 milioni di tonnellate di rifiuti, valore in crescita del 3,7% rispetto al 2016.

Considerando anche la quota di imballaggi destinata a recupero energetico, lo scorso anno sono state valorizzate 10,2 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio. Ciò significa che 8 imballaggi su 10 sono oggi sottratti alla discarica, e trasformati in nuove materie prime ed energia da reimmettere nei cicli produttivi. Di queste 8,8 milioni di tonnellate, poco più di 4 sono state gestite da Conai e i consorzi di filiera, con la restante parte gestita dagli operatori indipendenti.

L’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio ha permesso la generazione di benefici diretti per 970 milioni di euro, un valore raddoppiato rispetto al 2005. Estendendo la prospettiva al periodo 2005-2017, il beneficio economico generato per il sistema paese è stato pari a ben 9,8 miliardi di euro.

Conai ha erogato ai Comuni con cui ha stretto accordi per il ritiro dei rifiuti di imballaggio, sulla base dell’accordo quadro stipulato con Anci (l’associazione nazionale comuni italiani), 500 milioni di euro di corrispettivi - dovuti ai maggiori oneri per lo svolgimento della raccolta differenziata - nel solo 2017. Prendendo in considerazione un orizzonte più ampio, dal 2005 il sistema ha erogato alle amministrazioni locali di tutta Italia oltre 4,2 miliardi di euro.

L’indotto economico generato dal sistema Conai-consorzi di filiera è stato pari a 514 milioni di euro (2017), a cui si aggiungono ulteriori 105 milioni di benefici indiretti (per esempio il valore economico delle emissioni di anidride carbonica evitate). Dal 2005 al 2017, l’indotto economico generato è stimato intorno a 5,7 miliardi di euro.