Laminati per arredamento e rivestimenti realizzati con sabbia di vetro e PET riciclato in polvere, nanocristalli di silicio per migliorare selezione e riciclo degli imballaggi in plastica post consumo, un materiale innovativo realizzato con il riciclo di plastica e alluminio dei contenitori poliaccoppiati. Sono queste le tre idee vincenti della seconda edizione di Call for Ideas di Corepla premiate nell’ambito di Ecomondo 2019 (che si è conclusa alla Fiera di Rimini l’8 novembre).

 

Corepla ha voluto rinnovare anche per il 2019 la “chiamata per buone idee e progetti innovativi” volti a massimizzare il futuro possibile del riciclo degli imballaggi in plastica. Una chiamata rivolta a ricercatrici e ricercatori universitari, ai centri di ricerca, alle startup, alle aziende, alle PMI e ai privati attraverso l’apposita piattaforma www.coreplacall.it, realizzata in collaborazione con la società editrice multimediale Triwù e Produzioni dal basso.

 

Un apposito comitato tecnico-scientifico ha valutato i numerosi progetti pervenuti. Ai tre vincitori, Corepla ha consegnato un assegno di 10 mila euro ciascuno per facilitare la messa in campo dei progetti stessi con l’ulteriore impegno a segnalarli ad aziende interessate, in accordo con gli ideatori e garantendo la proprietà intellettuale dell’idea ai portatori della stessa.

 

“Stimolare la ricerca per innovare e arricchire le proposte sul campo del riciclo ci ha permesso di sperimentare e progredire negli anni creando una filiera tutta italiana divenuta oggi un’eccellenza a livello europeo. Ricordo infatti che in tema di riciclo siamo tra i primi in Europa dopo la Germania. È un comparto, vero motore dell’economia circolare, che crea lavoro e innovazione alimentando valore sociale ed economico per il Paese”, ha sottolineato Antonello Ciotti, presidente Corepla.

 

Quanto ai premi, Anaktite è un materiale composito costituito esclusivamente da polvere di vetro e PET riciclato. Unisce due esigenze: recuperare gli scarti prodotti dal riciclo del vetro, la cosiddetta “sabbia di vetro”, che non può essere riutilizzata nelle vetrerie a causa della granulometria troppo ridotta, e impiegare la polvere di PET riciclato che esalta le caratteristiche del composito grazie alle sue prestazioni chimico-fisiche. Il risultato è un materiale al 100% sostenibile e nuovamente riciclabile, in grado di replicare - dal punto di vista sia estetico sia tecnico - le pietre naturali e i compositi di ultima generazione. Grazie alla sua versatilità in termini di forma, colore e rilievo, unita alla termoplasticità del PET, può essere utilizzato nel settore dei rivestimenti interni ed esterni, nelle pavimentazioni, nei top per cucine e in applicazioni alternative ai laminati per arredo. Il team di progettisti era composto da Davide di Leva (ingegnere civile), Daniele di Leva (ingegnere meccanico), Emanuele di Leva (designer industriale) e Maria Fantini (economista aziendale), mentre il composito è stato perfezionato in collaborazione con il CNR - Istituto per i Polimeri compositi e biomateriali di Napoli.

 

TIme-Gated REcycling of plastics - Tigre - è invece un progetto che nasce dall’esigenza di ottenere, in fase di selezione, una purezza elevata degli imballaggi in plastica provenienti dalle raccolte differenziate e destinati al riciclo. In quest’ottica, ha individuato la possibilità di inserire nanocristalli (di dimensioni di pochi nm, ovvero miliardesimi di metro) negli imballaggi in plastica con un codice colore identificativo (con funzione simile a un codice a barre) che viene letto dagli impianti di selezione ottici automatici. Si permette così il riconoscimento anche di plastiche molto colorate o nere che, a oggi, non vengono riconosciute dagli impianti di selezione ottici. Il silicio è abbondante e non tossico, i nanocristalli possono essere utilizzati in concentrazioni bassissime (pochi ppm) e sotto la luce ultravioletta dei lettori ottici emettono luce colorata per tempi relativamente lunghi, consentendo l’utilizzo della tecnica di time-gated recycling, da cui l’acronimo Tigre del progetto. Il team di progettisti comprendeva in questo caso Paola Ceroni, Francesco Romano e Marco Villa (del Dipartimento di Chimica Giacomo Ciamician dell’Università di Bologna).

 

Il progetto EcoAllene, infine, vede la creazione di un nuovo materiale in granulo, realizzato riciclando plastica e alluminio presenti negli imballaggi poliaccoppiati (per esempio i cartoni per bevande) dopo il processo di recupero della cellulosa in cartiera. Si ottiene così il materiale EcoAllene, coperto da brevetto, resistente, stabile, colorabile, nuovamente riciclabile senza che si debba separare plastica e alluminio, frazioni multimateriali altrimenti destinate a discarica o incenerimento. Il processo non richiede l’utilizzo di resine o solventi e riduce l’uso di energia. Con questo nuovo materiale plastico si possono ottenere contenitori, tavoli, sedie e oggetti d’arredo, occhiali e pavimentazioni per esterni. Per il futuro si prevedono importanti fasi di ricerca e sviluppo per l’ingegnerizzazione dell’impianto Ecoplasteam di Alessandria che, con l’utilizzo della stessa tecnologia, potrà riciclare numerose altre tipologie di packaging poliaccoppiato. Il team di progettisti era composto dalla squadra di Ecoplasteam con l’amministratore delegato Stefano Richaud.

 

“Questi progetti permetteranno, se ben sviluppati, di migliorare ulteriormente i già importanti risultati raggiunti dal consorzio in questi 20 anni di attività”, ha commentato Antonio Protopapa, direttore ricerca e sviluppo di Corepla.