Si profila una chiusura di 2019 negativa per l’industria italiana delle macchine per materie plastiche e gomma, anche alla luce dei dati di commercio estero riferiti al periodo gennaio-settembre, appena pubblicati da Istat ed elaborati dal Centro Studi di Amaplast.

 

Infatti, le statistiche evidenziano il perdurare del calo delle due correnti di scambio: -13,1% all’import (con un valore complessivo di 645 milioni di euro) e -8,5% all’export (che si ferma appena sotto i 2,16 miliardi di euro), rispetto ai primi nove mesi del 2018.

 

Allargando lo sguardo alle precedenti rilevazioni trimestrali, però, si osserva un arretramento meno accentuato per le importazioni, che erano calate di quasi 17 punti percentuali a giugno e di 20 a marzo.

 

Al contrario, le esportazioni mostrano un andamento altalenante: il risultato di settembre rappresenta infatti un nuovo peggioramento rispetto al -5% di giugno, che aveva parzialmente arginato il -8% di marzo.

 

Il saldo della bilancia commerciale permane ampiamente positivo - ben oltre 1,5 miliardi di euro - ma si contrae di sei punti percentuali.

 

Le molte incognite e criticità che caratterizzano l’attuale clima economico mondiale, a cui si aggiungono le annunciate ma ancora non ben definite misure legislative e fiscali volte a ridurre l’uso della plastica, hanno iniziato a colpire l’industria italiana costruttrice di macchine, il cui bilancio di fine anno si ipotizza negativo su tutti i fronti.

 

“Confrontandomi con i colleghi costruttori di macchinari”, dichiara Dario Previero (nella foto a destra), presidente di Amaplast, “rilevo una certa preoccupazione che deriva dalle prospettive davvero poco incoraggianti per il mercato sia interno sia estero”.

 

“In ogni caso”, sottolinea il presidente di Amaplast, “non dobbiamo dimenticare che questa frenata - le cui prime avvisaglie si erano manifestate a consuntivo 2018 - arriva dopo un lungo periodo di crescita: sette anni di segno più, con l’unica eccezione del 2013, che avevano rafforzato il comparto consentendo anche alle imprese di investire in ricerca e sviluppo per poter offrire ai propri clienti soluzioni sempre più tecnologicamente avanzate”.

 

“Al momento”, continua Previero, “non è semplice capire se si tratti di recessione ciclica oppure di un indebolimento strutturale del settore. È soprattutto l’incertezza diffusa su più livelli - economico, politico, commerciale - a provocare nei nostri clienti una tendenza sempre più marcata alla riduzione o al differimento degli investimenti. È pur vero che il recente K di Düsseldorf ci ha fornito una boccata d’ossigeno, ma diverse aziende lamentano un portafogli ordini non particolarmente consistente. Su queste basi è difficile fare una previsione per il 2020, che potrebbe essere un anno caratterizzato da grande volatilità salvo non vengano definite le incertezze politiche ed economiche che hanno caratterizzato il 2019”.

 

“Peraltro”, ricorda il presidente Previero, “un tema che ha avuto grande risalto nelle corsie della manifestazione tedesca è quello della Circular Economy, che da grande sfida potrebbe diventare grande opportunità di sviluppo per i costruttori italiani di macchine per plastica e gomma, ormai sempre più pronti a proporre impianti in chiave Industry 4.0, con cicli produttivi improntati al risparmio energetico e capacità di riprocessare materie plastiche riciclate”.

 

Esportazioni e importazioni italiane

Nella tabella e nel grafico che seguono vengono indicati i principali quadranti e mercati di destinazione dell’export italiano di settore.

 

Primi 10 mercati di sbocco dell'export italiano di macchine, attrezzature e stampi
per materie plastiche e gomma (migliaia di euro - gennaio-settembre)

 

2018

% sul totale

 

2019

% sul totale

Δ%

19/18

Germania

337.448

14,3

Germania

270.227

12,5

-19,9

Stati Uniti

194.672

8,3

Stati Uniti

223.877

10,4

15,0

Polonia

122.072

5,2

Spagna

112.571

5,2

-3,3

Messico

118.768

5,0

Cina

111.938

5,2

32,4