Con una lettera aperta indirizzata alla Commissione Europea, EuPC, l’associazione dei trasformatori europei, ha chiesto il rinvio dell’attuazione della direttiva SUP (Single-Use Plastics) come misura per fronteggiare l’emergenza sanitaria determinata dal diffondersi del Covid-19. Fin dalle premessa la lettera sottolinea l’importanza dei prodotti in plastica monouso e la loro insostituibilità nella prevenzione del contagio, contro il quale offrono vantaggi ineguagliabili quando si tratta di assicurare igiene, sicurezza e protezione dalle contaminazioni a favore dei consumatori.
I firmatari, Alexandre Dangis e Renato Zelcher, rispettivamente direttore generale e presidente di EuPC, ritengono che la direttiva 2019/904 sulle materie plastiche monouso si è dimostrata sin dall’inizio un atto legislativo difficile da seguire e attuare a livello sia commerciale sia nazionale da parte degli Stati membri. Alcune categorie cruciali di articoli sono state completamente vietate o ridotte nella loro disponibilità a causa della (presunta) esistenza di una valida alternativa. La Direttiva, si legge nella lettera, ostacola anche il mercato unico e la libera circolazione di imballaggi e merci tra i paesi europei. Quando è stato redatto e promosso in un periodo estremamente breve questo atto legislativo "politico", la Commissione Europea non ha tenuto conto delle conseguenze igieniche derivanti dal divieto o dalla riduzione dei prodotti in plastica monouso, mentre ha riflettuto solo sugli aspetti legati al possibile conseguente inquinamento conseguente al loro utilizzo.
La lettera, evidenzia come da ieri a oggi il mondo sia completamente cambiato e come l'igiene e la salute dei consumatori siano divenuti prioritari per tutti, rendo necessario un ripensamento e un adeguamento delle strategie per l'Europa e per il mondo, in particolare in relazione all'uso della plastica. E prosegue con la considerazione che il termine plastica monouso sia completamente sbagliato e non giustificato, affermando che per ridurre i rifiuti sarà necessario un regolamento anti-rifiuti, così da indurre sia i consumatori sia l'industria a comportamenti basati sulla circolarità. Il colpo inferto alla plastica da molti politici si sta rivelando adesso controproducente ed EuPC ritiene che sia tempo di lavorare insieme alla ricostruzione dell’economia e alla salvaguardia della salute dei consumatori attraverso la circolarità dell’industria della plastica.
Secondo l’associazione, il coronavirus sta mostrando, sfortunatamente, che non tutti i materiali sono uguali e che le materie plastiche monouso non sono facilmente sostituibili, in particolare per salvaguardare proprietà igieniche a vantaggio dei consumatori. Numerosi studi indipendenti dimostrano che la plastica è il materiale più idoneo a garantire igiene, sicurezza e protezione dalle contaminazioni. La libertà di circolazione dei prodotti in plastica monouso è necessaria per mantenere igiene, salute e sicurezza nell'approvvigionamento di molti prodotti, da quelli alimentari ai dispositivi medicali e di protezione dei sanitari. In quest’ottica, non vanno dimenticate le precauzioni di base che i prodotti in plastica possono fornire e che, di fatto, forniscono sul campo, contribuendo a fronteggiare questa crisi.
Pertanto, EuPC chiede di consentire il rinvio di almeno un anno dell’attuazione della Direttiva SUP in tutti gli Stati membri, posticipando qualsiasi divieto imposto sugli articoli in plastica monouso. L'industria, dal canto suo, continuerà a lavorare sugli aspetti della circolarità con tutte le filiere coinvolte, mantenendo l’obiettivo di utilizzare 10 milioni di tonnellate di materiali riciclati tra il 2025 e il 2030. A tal fine, è ritenuto necessario anche il sostegno da parte della Commissione Europea, accettando il riciclo meccanico e chimico come tecnologie complementari agli obiettivi comuni nel CPA. Il rinvio dell'attuazione darà a tutti gli Stati membri dell'Unione Europea più tempo per concentrarsi sulle misure urgenti per la lotta contro il Covid-19, anche grazie alla possibilità di continuare a produrre e utilizzare i prodotti in plastica monouso in situazioni di emergenza.
L'industria della plastica e, in particolare, le migliaia di PMI che ne costituiscono il tessuto, conclude EuPC, intendono così fare la loro parte contro il Covid-19, mettendosi a disposizione delle autorità europee per qualsiasi esigenza.