Con il passare del tempo, abbiamo imparato a vivere in un mondo in cui il consumismo si è espanso a macchia d’olio, in cui la produzione di beni e servizi non basta mai e ci si vede costantemente spinti verso l’utilizzo forsennato delle risorse che il nostro pianeta ci dona, acciecati dalla crescita economica, e quindi dai profitti. Così facendo, non ci si cura dei danni ai quali l’ambiente intorno a noi va incontro.
Se la produzione di beni e servizi aumenta, di conseguenza aumenterà anche la quantità di materiale di scarto da parte di ciascuna impresa, poiché nonostante il progresso tecnologico abbia raggiunto livelli straordinari, ci sarà sempre una percentuale di materiale che viene scartato per ogni bene o servizio prodotto.
E questo vale per qualsiasi settore, anche per la plastica, il cui smaltimento sia post industriale che, soprattutto, post consumo è divenuto un problema per ogni essere vivente del pianeta.
In economia, come nella vita, si dice sempre che ogni crisi genera un’opportunità. Ecco che quindi si inizia a parlare di economia circolare.
Essa consiste, infatti, nell’investimento da parte delle aziende produttrici di beni e servizi in risorse che possano impedire che lo scarto di lavorazione venga disperso e destinato a smaltimento, mediante il recupero e la rigenerazione in conto proprio. Così facendo tutto ciò che risulta essere materiale “di scarto” diverrà impossibile trovarlo nelle discariche o, ancora peggio, in mari, fiumi, boschi ecc.
Seppur il settore del recupero degli scarti di materie plastiche sia decisamente sviluppato in Italia, vi sono diverse mancanze che ne limitano l’attività: in particolare, la legislazione ha previsto, nel corso del tempo, il divieto di utilizzo di determinati plastificanti e additivi (per esempio il DOP, sostanza presente in passato nel PVC plastificato). Apparentemente questa potrebbe sembrare una decisione saggia, in realtà queste restrizioni rendono di fatto il materiale di scarto più “vecchio” irrecuperabile, che quindi dovrà necessariamente essere destinato a discariche e inceneritori in giro per il mondo, con evidenti disagi ambientali. Basterebbe consentirne l’utilizzo in modo parziale o ridurne le percentuali, e permettere alle aziende di recupero la loro rigenerazione.
Sulla base di questo, per quanto riguarda gli scarti post consumo, molte aziende si stanno mobilitando per dividere il più possibile le plastiche in modo tale da fare una cernita precisa e con una buona qualità al fine di permetterne la loro offerta sul mercato e quindi il loro recupero. Il problema è che questi materiali possono provenire da siti di stoccaggio piuttosto vecchi, che probabilmente contengono ancora i plastificanti e additivi di cui sopra che con il tempo sono stati vietati.
In secondo luogo, gli scarti di tipo post industriale possono sempre essere recuperati, a patto che vengano separati i
diversi tipi di materiali che lo compongono, in quanto difficilmente compatibili tra loro (per esempio il ferro, il cemento o accoppiati di materiali plastici diversi come PVC e PET).
Per aumentare la possibilità del recupero e della rigenerazione dei materiali plastici, sarebbe opportuno rivedere attentamente qualche normativa imposta in precedenza. Bisognerebbe informarsi e documentarsi di più sui diversi tipi di materiali plastici e della compatibilità che hanno tra loro, con la conseguenza di poterne trarre importanti vantaggi sia ambientali che economici.
In ambito lavorativo, l’economia circolare prevede un recupero dei propri scarti, quasi sempre attraverso diversi tipi di lavorazioni come la macinazione, per le quali però servono conoscenze, macchinari e risorse ben precise. Richiedono determinate autorizzazioni burocratiche e non sempre la qualità del prodotto rispetta le aspettative.
Tra le aziende operanti nel settore del recupero e rigenerazione degli scarti di lavorazione da più di 40 anni, MMP da tempo si offre per sposare la causa dell’economia circolare a 360 gradi, contribuendo con l’esperienza e l’importante competenza nella macinazione e/o micronizzazione delle materie plastiche, a effettuare lavorazioni in conto terzi al fine di reintrodurli
dei vari processi produttivi, venendo incontro alle esigenze dei clienti con l’intento di instaurare rapporti commerciali nel medio-lungo periodo.
L’azienda si trova a Bienate di Magnago (Milano) e per saperne di più è possibile consultare il sito internet www.mmpcardi.it oppure contattare i titolari Roberto e Alessandro Cardi al numero 0331/658578, che saranno ben lieti di offrire le migliori condizioni per un business sicuro, affidabile e continuativo.
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