Il sistema di raccolta e riciclo dei PFU (Pneumatici Fuori Uso) gestito da Ecopneus, ha chiuso il 2020 con un bilancio positivo. Nonostante le criticità incontrate nel corso dell’anno dovute all’emergenza sanitaria e alla conseguente netta flessione della sostituzione di pneumatici, il sistema di gestione impostato da Ecopneus ha tenuto, mantenendo un servizio di ritiro costante agli operatori del ricambio in tutta Italia senza nessuna interruzione neanche durante il lockdown.
Nel 2020, sono state raccolte da Ecopneus 189569 tonnellate di PFU e, rispetto agli obiettivi previsti dalla legge, calcolati sui quantitativi di pneumatici immessi nel mercato dalle aziende associate nell’anno solare precedente, tale raccolta si attesta al 96%: un risultato importante soprattutto a fronte di un crollo del 20% circa, sempre nel 2020, delle vendite di pneumatici e delle conseguenti risorse economiche derivanti dal contributo ambientale che finanziano il sistema, che avrebbe dovuto comportare una flessione analoga anche nella raccolta dei PFU, a causa della mancanza di risorse economiche di volumi inferiori di PFU presenti presso gli operatori del ricambio. Il sistema Ecopneus ha invece mantenuto i consueti standard di prestazioni grazie alla gestione efficiente delle risorse economiche, da un lato, e all’impiego dell’avanzo di gestione del 2019, dall’altro, andando a erodere le giacenze di PFU comunque presenti presso gli operatori, derivanti principalmente dai flussi irregolari di pneumatici che entrano nel nostro Paese senza documentazione fiscale. Peraltro, al 15 gennaio 2021 è stata già raccolta anche la coda residua dello scorso anno.
“Il 2021 è partito infatti sin dai primi giorni con anche maggior sollecitudine di quella con cui abbiamo chiuso il 2020 e che ci ha permesso di raggiungere risultati soddisfacenti nonostante il contesto critico che il Paese ha vissuto. Abbiamo messo in campo un importante sforzo gestionale per assicurare la raccolta dei Pneumatici Fuori Uso presso gli operatori, costantemente tutto l’anno anche durante il lockdown, in tutte le Province italiane dalle località montane alle isole minori e ponendo maggiore attenzione anche ai piccoli centri di ricambio che generano modeste quantità di PFU, dove la raccolta è più onerosa in termini di costi e logistica. Oltre il 70% dei nostri interventi di raccolta viene infatti effettuato presso esercizi di piccole e medie dimensioni, dove vengono prelevati meno di 300 pezzi per intervento”, ha dichiarato Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus.
Nonostante il calo delle vendite e dei relativi contributi ambientali associati registrato nel 2019, nei primi mesi dell’emergenza e del conseguente lockdown il numero di interventi di raccolta effettuati da Ecopneus presso i gommisti è rimasto nella media degli anni precedenti nonostante si fossero notevolmente ridotte le richieste di prelievo dei PFU rispetto lo stesso periodo del 2019. Nei primi quattro mesi dell’anno la raccolta è stata infatti in linea con quella degli anni precedenti.
A fine 2020, inoltre, un provvedimento della Direzione Generale Economia Circolare del Ministero dell’Ambiente ha posto dal primo gennaio 2021 l’obbligo ai soggetti autorizzati come Ecopneus di raccogliere una quota aggiuntiva di PFU del 15% rispetto ai target di riferimento, intervenendo sull’annosa questione degli “extra-quantitativi” di PFU non prelevati rispetto agli obiettivi di raccolta dei soggetti responsabili. Un fenomeno che inficia il meccanismo della raccolta e causa stoccaggi eccessivi di PFU presso i gommisti.
Grazie al provvedimento emesso, nei prossimi mesi la situazione di attuale congestione di molti punti di sostituzione pneumatici andrà progressivamente ad alleviarsi e risolversi; resta però più che mai attuale l’imperativo di arrivare a un sistema di tracciamento e controllo che permetta di combattere l’ingresso irregolare di pneumatici nel mercato nazionale.