Ha preso il via il 10 febbraio la quindicesima edizione della fiera A&T - Automation & Testing, dedicata a tecnologie e innovazione in chiave 4.0, che quest’anno si propone in versione rinnovata e digitalizzata. Per tre giorni una piattaforma a disposizione di espositori e visitatori consente di conoscere le novità e le soluzioni tecnologiche rivolte alle imprese manifatturiere e di incontrare fornitori, clienti e partner attraverso tour virtuali e interattivi e di visitare in tempo reale gli stabilimenti.
I tradizionali stand espositivi sono stati trasformati in suite digitali delle aziende che presentano in questo modo le proprie ultime novità tecnologiche. La nuova formula consente di organizzare in modo mirato e senza dispersione di tempo incontri B2B con gli espositori e, accedendo allo spazio dedicato ad ICE Agenzia, anche con operatori esteri. A questo si aggiunge la possibilità di seguire convegni, seminari ed eventi di formazione.
In occasione dell’apertura della mostra, il 10 febbraio, è stata presentata la ricerca “PMI, industria e digitale, la sfida è adesso”, curata da Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano. In estrema sintesi, è emerso che competenze strategiche nel digitale e nel lavoro di squadra, che coinvolga tutto l’ecosistema, dalle istituzioni nazionali agli enti territoriali e associativi fino alle università e ai centri di formazione sono leve fondamentali di cui necessitano le piccole medie industrie manifatturiere italiane per muoversi con successo nel nuovo contesto creato dalla pandemia, in cui la digitalizzazione è ora una scelta obbligata.
Secondo la ricerca - condotta su un campione di 504 osservazioni rappresentative delle 69 mila PMI manifatturiere nel mese di dicembre 2020 - solo il 14% ha un approccio strategico al digitale, che pervade tutto il modello di business, coinvolgendo anche i processi fondamentali (sviluppo di prodotto, rapporti di filiera, marketing e vendite). Generalmente si tratta di realtà più grandi e redditizie, di natura meno familiare, collocate al Nord e con una propensione maggiore alle esportazioni. Il 57% del campione ha mostrato un approccio “tattico” con una focalizzazione al digitale su obiettivi specifici e contingenti di efficienza dei processi, con una forte diversità dei percorsi di trasformazione digitale all’interno. Qui la cultura rimane un gap importante. Il restante 29% si avvicina al digitale come reazione a uno stimolo esterno - la crisi Covid o la richiesta di un cliente - con investimenti scarsi limitati a singole attività e processi, su un orizzonte di breve periodo.