La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia per il non corretto recepimento della Direttiva quadro sui rifiuti (Direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, modificata dalla direttiva (UE) 2018/851). Gli Stati membri erano tenuti a recepire le disposizioni della direttiva modificata nella legislazione nazionale entro il 5 luglio 2020. La Commissione europea ha già avviato procedure di infrazione nei confronti di altri dieci Stati membri (Bulgaria, Cechia, Estonia, Francia, Cipro, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo e Romania) e ha constatato che l'Italia non ha recepito correttamente diverse disposizioni della direttiva modificata, tra cui quelle concernenti la responsabilità estesa del produttore, la garanzia di un riciclo di alta qualità, la raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi e l'attuazione di un sistema elettronico di tracciabilità. Pertanto, ha deciso di procedere all'invio di una lettera di costituzione in mora all'Italia, che dispone adesso di due mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest'ultima potrà decidere di inviare un parere motivato.
La Commissione europea ha anche inviato a tutti gli Stati membri a rispettare gli obiettivi di raccolta e riciclo di rifiuti della direttiva quadro sui rifiuti, poiché in molti casi non sono stati raggiunti. In particolare, il nostro Paese sarebbe tra quelli che non hanno raggiunto la quota del 50% entro il 2020 nella preparazione per il riutilizzo e il riciclo di rifiuti urbani quali plastica, carta, metallo e vetro. Parallelamente, la direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (94/62/CE, modificata dalla direttiva (UE) 2018/852) imponeva che entro il 31 dicembre 2008 venissero riciclati tra il 55% e l'80% di tutti i rifiuti di imballaggio, con la quota per la plastica fissata al 22,5%.
Inoltre, la direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) (2012/19/UE, modificata dalla direttiva (UE) 2024/884) impone la raccolta differenziata e il trattamento adeguato dei RAEE, fissando gli obiettivi per la loro raccolta e il loro recupero e riciclo. Il tasso minimo di raccolta che gli Stati membri devono conseguire ogni anno è pari al 65% del peso medio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nello Stato membro interessato nei tre anni precedenti o, in alternativa, all'85% del peso dei RAEE prodotti nel territorio di tale Stato membro. Questi obiettivi, secondo la Commissione Europea, non sarebbero stati raggiunti dalla maggior parte degli Stati membri, tra cui l’Italia, che dispongono ora di due mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate, trascorsi i quali, in assenza di risposte soddisfacenti, la Commissione europea si riserverà di emettere pareri motivati.