Una collaborazione a tre coinvolge Fraunhofer Institute, Sabic e Procter & Gamble in un progetto pilota per il riciclo a ciclo chiuso di mascherine monouso. È ormai risaputo che l’uso di miliardi e miliardi di mascherine a causa della pandemia di Covid-19 ha sollevato il problema del loro smaltimento, in alcuni casi anche con gravi ripercussioni ambientali, laddove abbandonate sconsideratamente lungo strade e marciapiedi, boschi o litorali marini. A parte la gestione sostenibile di volumi enormi di articoli essenziali per la salute personale, gettare via le maschere usate significa perdere preziosa materia prima riciclabile da cui ottenere nuovo materiale.
Procter & Gamble ha raccolto le mascherine usate indossate dai suoi dipendenti o fornite ai visitatori nei suoi siti di produzione e ricerca in Germania. Sebbene tali mascherine siano sempre smaltite in modo adeguato e responsabile, non esisteva un percorso ideale per riciclarle in modo efficiente. A questo scopo sono stati allestiti speciali contenitori di raccolta e le mascherine usate sono state inviate al Fraunhofer Institute per il trattamento in un impianto di pirolisi dedicato. L'olio di pirolisi ottenuto è stato a sua volta inviato a Sabic per essere impiegato come materia prima nella produzione di PP secondo il principio del bilancio di massa per combinare materie prime di origine fossile e quelle ottenute da altre fonti. Il principio del bilancio di massa è considerato un elemento cruciale per il passaggio dall’economia lineare a quella circolare. Il polipropilene ottenuto è stato fornito nuovamente a Proctere &Gamble per produrre tessuto non tessuto.
Questo progetto pilota consentirà di studiare la fattibilità del riciclo a ciclo chiuso non solo di mascherine usate bensì anche di altri manufatti plastici utilizzati in ambito medicale e igienico da cui ottenere materie prime impiegabili nella produzione di nuovi materiali e articoli in chiave di economia circolare.