Dall’imballaggio alimentare alla cattura della CO2, dalla creazione di nuovi materiali sempre più sostenibili ai detergenti “mangia-grasso”, dai lubrificanti alle creme solari: sono alcuni dei 15 progetti di tesi di laurea magistrale dell’anno accademico 2021-2022 che hanno ricevuto da Federchimica il premio in memoria di Giorgio Squinzi, imprenditore visionario, presidente di Federchimica e di Confindustria, scomparso nel 2019, che ha sempre sottolineato, con grande intuito e lungimiranza, il ruolo fondamentale della formazione con la passione, da chimico, della ricerca.
Un premio speciale è stato anche assegnato a una studentessa dell’Università Federico II di Napoli in memoria di Sergio Treichler, direttore tecnico-scientifico di Federchimica scomparso nel 2018, molto legato all’attività di ricerca dell’ateneo campano, per omaggiare il suo costante impegno nel sostenere il dialogo tra scienza e industria. I premi di laurea vengono assegnati ogni anno da Federchimica a tesi di interesse industriale in chimica e ingegneria chimica, provenienti da tutta Italia e realizzate con un’impresa associata a Federchimica stessa.
“Da imprenditore illuminato, Giorgio Squinzi ha sempre sottolineato il ruolo fondamentale delle competenze e della ricerca scientifica, temi oggi più che mai attuali di fronte alle sfide della sostenibilità che coinvolgono il settore chimico e alla scarsità di giovani interessati alla formazione in ambito STEM. Per questo motivo Federchimica è da anni impegnata in attività di orientamento e divulgazione a partire dalle scuole primarie nella consapevolezza che la formazione scientifica è una solida base su cui costruire un percorso professionale di successo. Questa edizione del premio ha visto la presenza di 11 vincitrici e 4 vincitori, anche questo un segnale positivo e motivante per le ragazze che vogliono intraprendere un percorso scientifico”, ha dichiarato il presidente di Federchimica, Francesco Buzzella.
L’industria chimica ripone grande fiducia nei giovani e nella ricerca e i numeri lo confermano: assume laureati in una percentuale nettamente superiore alla media: il 23% degli addetti, il doppio rispetto alla media industriale dell’11%; è lontana dalla precarietà che contraddistingue molta occupazione giovanile, con il 96% dei collaboratori con un contratto di lavoro a tempo indeterminato; è un settore leader per imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo (75%) tra grandi gruppi e PMI; negli ultimi 10 anni ha aumentato il personale dedicato alla ricerca del 73%; tra i ricercatori chimici, la presenza femminile è ben più significativa della media industriale: 30% a fronte del 18%.
“Questi dati confermano l’importanza del dialogo con le Istituzioni. Sono più di 800 le imprese chimiche attive nella ricerca e sviluppo che generano in Italia innovazione a supporto della qualità della nostra vita. È fondamentale dare centralità alla ricerca e all’industria chimica, perché la chimica lavora per la sostenibilità. Mi auguro che sempre più ragazze e ragazzi trovino ispirazione nei talenti premiati oggi e colgano le opportunità che la scienza e l’industria chimica possono offrire”, ha concluso Buzzella.