Il 23 maggio a Roma si è tenuto il convegno “Il futuro dell'economia del Paese: circolare come uno pneumatico fuori uso - Nuove prospettive per la filiera dei PFU, strategica per gli obiettivi nazionali e globali di sostenibilità”, organizzato da Ecopneus e Unirigom per presentare proposte e richieste concrete per il futuro di una filiera che riveste da sempre un ruolo strategico per gli obiettivi di sostenibilità nazionali e globali. Il settore del riciclo dei PFU lancia le proprie proposte per sostenere il futuro dell’economia circolare in Italia e di una filiera industriale di aziende specializzate presenti su tutto il territorio nazionale.
A fronte di un mercato nazionale che non riesce ad assorbire e valorizzare i quantitativi di gomma riciclata da PFU prodotta ogni anno, da tempo si lavora per aprire nuovi fronti alternativi. Ogni anno, verso questo obiettivo, Ecopneus investe circa 2 milioni di euro in ricerca e sviluppo, accanto ad attività di comunicazione e sensibilizzazione, oltre 20 milioni dall’avvio delle proprie attività nel 2011. A questo si affianca il lavoro delle aziende della filiera, chiamate a interpretare lo scenario in evoluzione e il mercato di riferimento.
Il recente pronunciamento in sede di Commissione europea ha impresso un’ulteriore accelerazione al processo di cambiamento che il settore ha comunque all’orizzonte da tempo. La proposta di restrizione approvata il 26 aprile scorso a Bruxelles (che sarà esaminata e votata definitivamente in Consiglio e Parlamento europei entro i prossimi due mesi) farà sì, dopo un periodo transitorio di otto anni, che venga meno l’impiego del granulo di gomma riciclata da 0,5 mm come intaso nelle pavimentazioni sportive in erba sintetica.
Si tratta di un mercato che oggi assorbe in Europa circa il 40% del granulo di gomma riciclata prodotto e una tecnologia impiegata in circa 5.000 impianti sportivi in tutta Italia, di cui oltre 1.600 omologati da parte della Lega Nazionale Dilettanti e quindi realizzati secondo i più avanzati requisiti tecnici e di sostenibilità, anche per quanto attiene l’abbattimento del rischio di dispersione del materiale di intaso prestazionale, solitamente costituito da granuli di gomma riciclata.
A fronte di questo scenario, con un mercato che già prima di otto anni smetterà di assorbire gomma riciclata, Ecopneus rilancia con forza l’attenzione sulle leve strategiche che possono e devono essere messe in atto per sostenere la filiera del riciclo dei PFU e la valorizzazione in Italia della gomma riciclata, suuportando l’apertura di nuovi flussi di mercato.
Tra le proposte presentate è stata richiesta la revisione dell’attuale decreto “end of waste” per la gomma granulare vulcanizzata, affinché possa accogliere e sostenere innovazione e sviluppo tecnologico nel riciclo dei PFU, a partire delle nuove opportunità aperte per il riciclo dalla tecnologia della pirolisi. Oggi, infatti, il provvedimento definisce una ristretta rosa di possibili impieghi per la gomma riciclata, di fatto tagliando fuori le nuove opportunità aperte grazie a ricerca e sviluppo nel settore, già concrete in altri mercati esteri, come la pirolisi.
Sono poi stati richiesti apertura e sostegno al riciclo chimico dei PFU. Attraverso la pirolisi dalla gomma riciclata è possibile ottenere oli e carbon black che possono essere riutilizzati nella produzione di pneumatici nuovi, per la chiusura del cerchio del riciclo dei PFU. Fondamentale, quindi, avere la GVG (Gomma Vulcanizzata Granulare) classificata come prodotto utilizzabile nei processi di pirolisi (eliminando quindi per questo processo la definizione di “recupero di rifiuti”) e soprattutto la definizione di uno schema chiaro e unico a livello nazionale per l’iter di autorizzazione degli impianti di pirolisi dei PFU, per garantire tempi chiari e certi per tutti i soggetti coinvolti.
Quanto mai urgente e strategica per il Paese viene poi ritenuto un concreto sostegno alla diffusione degli asfalti con polverino di gomma, applicazione strategica per sostenibilità, qualità, sicurezza e durata delle infrastrutture stradali nazionali, valorizzazione di una risorsa (la gomma riciclata), risparmio economico per la pubblica amministrazione sui costi di manutenzione e rifacimento stradale. Due gli strumenti individuati allo scopo. L’obbligo di utilizzo di pavimentazioni a bassa emissione sonora in tutte le strade urbane principali e secondarie (categorie “D” ed “E” definite al comma 2, articolo 2 del dpr 30 marzo 2004, n. 142), verso obiettivi di riduzione dell’inquinamento acustico in ambito urbano. L’emissione urgente del decreto sui CAM (Criteri Ambientali Minimi) strade, a oggi in procedura di revisione, strumento rilevante per l’indirizzo delle scelte della pubblica amministrazione e cruciale per la diffusione degli asfalti con polverino di gomma.
Per seguire e sostenere il percorso descritto verso gli obiettivi assunti con tempi certi e adeguati alle esigenze del mercato è stato infine proposto un tavolo interministeriale della filiera dei PFU. Questi ultimi rappresentano una risorsa preziosa che alimenta una filiera vitale per l'economia circolare del nostro Paese. Attualmente, il sistema nazionale di rintracciamento, raccolta e riciclo gestisce circa 400.000 tonnellate di pneumatici per autovettura, autocarro e moto ogni anno. Tali pneumatici vengono trasformati in gomma riciclata, prezioso materiale riutilizzabile che trova applicazione non solo in superfici sportive, asfalti stradali, pavimentazioni antitrauma e sistemi antivibranti, ma anche convertibile in energia, principalmente presso cementifici, in Italia e all’estero.