150 anni Solvay: una storia di ricerca per il futuro
Giovedì 7 novembre, presso l'Auditorium Solvay di Bollate - comune ubicato a nord di Milano - si è svolto il convegno celebrativo dei 150 anni di storia dell'azienda, fondata in Belgio nel 1863 da Ernest Solvay. In Italia il gruppo è presente fin dal 1912, quando è stato aperto il primo storico insediamento in Toscana; esattamente nell'area di Rosignano Solvay.
Sempre in merito all'impegno di Solvay in Italia - dove vanta il primato della multinazionale che più sta investendo rispetto a tutte le altre oggi presenti - c'è da dire che conta ben 10 stabilimenti produttivi, più la direzione nazionale di Bollate. Nel nostro Paese, quindi, il gruppo dà lavoro a circa 2300 collaboratori che, nel 2012, hanno permesso di realizzare un fatturato di 1230 milioni di euro.
Detto questo, oltre alla direzione nazionale, la sede di Bollate ospita il Centro Ricerche Solvay, dal quale - nel solco della strategia di costante sviluppo scientifico dettata 150 anni fa dal fondatore - stanno uscendo soluzioni innovative letteralmente di prim'ordine. Nel suo appassionato intervento, il responsabile del Centro Vincenzo Arcella ha ricordato gli eccellenti risultati ottenuti nel campo dei polimeri fluorurati destinati alle batteria al litio ad alte prestazioni, come anche le nuove soluzione per il riciclo del PVC o, ancora, i nuovi processi per il trattamento dei sedimenti contaminati dei corsi d'acqua.
Concetto, quello della ricerca continua, ben enfatizzato anche da Augusto Di Donfrancesco, presidente di Solvay Specialty Polymers. Non a caso, al suo fianco sedeva Giovanni Azzone, rettore del Politecnico di Milano, sia perché l'ateneo meneghino è anch'esso nato nel 1863, sia perché il Politecnico ha in atto forti sinergie con il Centro Ricerche Solvay Bollate a livello di ricerca applicata, svolta con modalità congiunte. Sinergie, come più volte evidenziato proprio da Giovanni Azzone, che facilitano e accelerano in modo esponenziale il raggiungimento dei risultati desiderati. Sinergie di cervelli e di strutture che, in un periodo non certo facile come quello attuale, possono fare la differenza, come ben argomentato da Cesare Puccioni, presidente di Federchimica.