Maggio è il sesto mese di fila in cui il PP in Italia registra incrementi di prezzo. Anche se il propilene a maggio ha subito un lieve rincaro di 20 euro/ton, il PP è aumentato molto di più. Sin dalla prima settimana di maggio, i prezzi del PP sono gradualmente saliti fissandosi, a partire dal 24 maggio, a 60-80 euro/ton sopra la media di aprile.
I distributori operanti nel mercato italiano riferiscono di disporre di scorte molto limitate, ma alcuni rivenditori sostengono che essi avevano fatto in modo di vendere le proprie quote nei primi giorni del mese. Questa scarsa disponibilità di materiale viene considerata la principale causa della tendenza al rincaro, mettendo in ombra molti fattori ribassisti. Il mercato del PP si è scrollato di dosso il netto rallentamento subito fin dall'inizio di maggio dal mercato del petrolio greggio e della nafta. Ma è stato incapace di rispondere alle crescenti preoccupazioni circa il diffondersi del debito pubblico in Europa, il cui impatto si è ripercosso su altri mercati globali. Inoltre, pur con una domanda globale non buona, il mercato non sembra disposto a cedere il passo.
Allo stesso tempo gli acquirenti seguitano a lamentarsi dei rincari continui cui devono fare fronte senza che vi siano stati significativi miglioramenti nei mercati finali dei loro prodotti. Cionondimeno, essi hanno dovuto accettare gli aumenti di prezzo avanzati dai fornitori, timorosi di non riuscire a soddisfare le loro necessità, data la scarsità di materiale. Alcuni acquirenti, inoltre, fanno sapere che vi sono stati ritardi nelle consegne anche da parte dei fornitori abituali.
Uno sguardo al mese venturo sembra confermare questo andamento anche perché dovrebbero perdurare le preoccupazioni circa la fornitura di PP. Sebbene alcuni operatori ritengano che il surriscaldamento dei prezzi in Italia potrebbero tendere verso il basso nel medio periodo, la maggior parte di essi non crede che i prezzi caleranno a breve, poiché il mercato è protetto dalle importazioni. Nei primi giorni di maggio alcuni acquirenti avevano posticipato i loro acquisti alla seconda metà del mese nella speranza di trovare prezzi competitivi, dopo che erano emerse alcune offerte irregolari di materiale non europeo. Sebbene il persistere di rincari aveva inizialmente aperto le porte alle importazioni, la possibilità di trovare offerte competitive era scemata nella ultime settimane, poiché il calo dell'euro ha spinto il dollaro ai più alti livelli degli ultimi anni, rendendo le offerte di materiale di importazione impraticabili in Italia. Di conseguenza, le importazioni non sembrano in grado di sopperire alla scarsità di materiale, mantenendo le prospettive di mercato invariate almeno nel breve termine. (Fonte ChemOrbis)