La compatibilità ambientale del cosiddetto "fine vita" degli imballaggi in plastica non è una chimera. Lo dimostrano i dati presentati il 28 ottobre al K 2010 dal direttore generale di Corepla e Co-Chairman di EPRO, Cesare Spreafico, nell'ambito del rapporto annuale sulla realtà industriale e ambientale delle plastiche, dal titolo: "Plastics - The Facts 2010 - An analysis of European plastics production, demand and recovery for 2009", realizzato con la collaborazione di PlasticsEurope (associazione dei produttori), EuPC (associazione dei trasformatori), EuPR (associazione dei riciclatori) e EPRO (associazione delle organizzazioni per il riciclo e il recupero).
Il settore, si legge nel comunicato diffuso da Corepla, con 1.600.000 occupati in Europa in 50.000 aziende, si dimostra vitale, anche se per effetto della crisi la produzione globale di materia prima è scesa da 245 a 230 milioni di tonnellate. L'imballaggio si conferma il principale campo di utilizzo (40,1% del totale).Quanto agli aspetti sulle prestazioni e sulle prospettive del recupero e riciclo dell'imballaggio in plastica, è stato evidenziato che nel 2009 il 60,7% degli imballaggi commercializzati sono stati recuperati (30,3% di riciclo e 30,4% di recupero energetico), superando di gran lunga gli obiettivi previsti dalla normativa europea (almeno il 22,5% di riciclo).
Spreafico ha sottolineato, inoltre, come sia sempre più necessario, per raggiungere i migliori risultati, sia sul piano economico che ambientale, favorire ed implementare forme di integrazione tra i diversi paesi europei, in un mercato che subisce oggi la forte aggressività dei nuovi attori, soprattutto dell'estremo oriente. Vanno in questa direzione proposte in via di sviluppo come un sistema standardizzato europeo di audit e certificazione delle imprese di riciclo ed una valutazione della compatibilità degli imballaggi con i processi di valorizzazione e riciclo.