Il preconsuntivo dell'industria italiana delle macchine per materie plastiche e gomma del 2013, elaborato da Assocomaplast sulla base dei dati del commercio estero dell'Istat relativi ai primi nove mesi del 2013, mostra una modesta contrazione dell'export (-2,8% rispetto a gennaio-settembre 2012), storicamente il punto di forza del comparto. Con una quota che supera effettivamente il 65% della produzione, oltrepassando il 70% se si considera il valore degli ausiliari che vengono forniti ad aziende capocommessa per completare linee di produzione destinate all'estero. In effetti, però tale contrazione potrebbe essere riassorbita nell'ultimo trimestre dell'anno, in funzione dell'auspicata ripresa economica, i cui primissimi segnali sono stati recentemente rilevati anche dal Centro Studi di Confindustria, dopo molti mesi di segno negativo. Pertanto, pur con le dovute cautele e in attesa di poter tracciare un bilancio definitivo in base alle statistiche di fine anno, l'associazione di categoria ipotizza il mantenimento di un valore vicino a quello raggiunto nel 2012, ovvero poco al di sotto dei 4 miliardi di euro, per poi superare nuovamente tale soglia nel 2014.
Il segno meno, più accentuato (-5,4%), dell'import riflette l'ancora difficile situazione del mercato interno, che solo nelle ultime settimane ha mostrato qualche lieve segnale di miglioramento che potrebbe far sperare in un'inversione di rotta. La combinazione dei risultati dei due flussi ha comportato peraltro un peggioramento, seppure limitato al 2%, del saldo della bilancia commerciale, comunque ampiamente positivo.
A confermare in qualche misura il clima di prudente ottimismo - o di minore pessimismo, secondo i più cauti - sono anche i risultati della più recente indagine congiunturale svolta da Assocomaplast tra i propri associati (circa 165 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma), che evidenziano come la metà del campione valuti in ripresa il fatturato della seconda metà d'anno rispetto alla prima; per oltre il 40% degli intervistati, positivo anche l'andamento della raccolta ordini nel mese di novembre,  rispetto sia allo scorso ottobre sia a un anno fa. Verosimilmente, la recente edizione della fiera K ha fornito un impulso positivo alle aziende, la maggioranza delle quali ha confermato di aver registrato a Düsseldorf un numero elevato di contatti di qualità, auspicando che molti possano concretizzarsi in veri e propri ordini.
L'analisi dei quadranti di destinazione dell'export settoriale indica che si è verificata una contrazione generalizzata delle vendite, a eccezione del continente africano, che rappresenta il 5,6% del totale e che ha registrato un balzo in avanti del 23% rispetto a gennaio-settembre 2012. Le altre principali aree di sbocco hanno mostrato una battuta d'arresto, più o meno consistente. In ordine di importanza, si rileva la seguente situazione:
- Europa (59,5% sul totale): -4,4%; Unione Europea (46,8%): -2,2%;
- America (17,9%): -4,9%; la performance peggiore ha riguardato l'area Nafta, in funzione di un forte rallentamento delle forniture al Messico (-15%) e agli Stati Uniti (-7%), non controbilanciato dal +20% registrato dal Canada, che però mette a segno una quota inferiore in termini di valore;
- Asia (16,3%): -1%; nel quadrante estremorientale si notano due casi di scostamento rilevante: la Cina, verso cui le vendite italiane di macchine per materie plastiche e gomma si sono contratte del 17%, e il Giappone, verso il quale sono invece più che quadruplicate, superando 25 milioni di euro, grazie a importanti forniture di estrusori; l'ambito mediorientale, che pesa per il 3,8%, ha invece mostrato una sostanziale stagnazione, con un +0,7% sul periodo precedente:
- Oceania, già con una quota marginale, ha segnato un calo di oltre 9 punti percentuali.