L’elaborazione di Assocomaplast (l'associazione nazionale di categoria, aderente a Confindustria, che raggruppa circa 170 aziende) dei dati Istat di commercio estero relativi al periodo gennaio-settembre 2014, a confronto con il medesimo periodo del 2013, conferma la tenuta di entrambi i flussi, già registrata nei mesi precedenti. Infatti, le esportazioni hanno registrato un 4% abbondante di crescita, mentre gli acquisti dall’estero risultano in ascesa di oltre 7 punti percentuali. Tale scenario comporta anche un consolidamento (+3%) del saldo già ampiamente positivo della bilancia commerciale.
Occorre però sottolineare come il positivo andamento delle esportazioni, tradizionale volano per i costruttori italiani di macchine per materie plastiche e gomma, abbia perso negli ultimi mesi parte del proprio slancio. D’altra parte, nonostante il sostenuto aumento delle importazioni evidenziato dalle statistiche, non sembra emergere tra gli operatori del settore un sentimento di fiducia nella ripresa del mercato interno. Pertanto, una valutazione prudenziale da parte di Assocomaplast ipotizza un bilancio di fine anno sostanzialmente in linea con quello del 2013.
Va ricordato peraltro che anche la Germania, alla luce soprattutto dei rallentati flussi di commercio estero, in primo luogo verso importanti mercati quali Russia, Brasile, Cina e India, ha recentemente rivisto al ribasso le previsioni a consuntivo del 2014, in termini di produzione: dal +3% ipotizzato a giugno 2014 al calo di qualche decimale stimato ora.
Tornando alle statistiche italiane riferite al periodo gennaio-settembre, a livello di macroaree di sbocco si evidenzia l’aumento del 4,5% delle esportazioni verso l’Europa - che, peraltro, si conferma la principale destinazione delle vendite oltreconfine dei costruttori italiani - fino a quota 1,13 miliardi di euro. I mercati dell’Unione Europea hanno assorbito l’80% di tale valore, mostrando anche una crescita mediamente superiore rispetto al resto d’Europa; nelle aree extra-UE, infatti, ha avuto un forte impatto la crisi con la Russia, che ha comportato una contrazione nell’ordine dei venti punti percentuali.
Il continente americano, nel suo insieme, ha evidenziato un altrettanto positivo andamento ma occorre precisare che tale risultato è essenzialmente riconducibile all’ottimo trend delle vendite verso gli Stati Uniti e il Messico, con un incremento vicino al 20%. Infatti, quelle dirette verso il Centro e Sud America hanno subito una battuta d’arresto e, in tale ambito, pesa soprattutto la riduzione delle forniture al Brasile, diminuite del 22%.
La progressione più sostenuta in assoluto si è verificata per le esportazioni dirette verso i mercati asiatici, che sono aumentate del 7,4%. Nell’ambito di tale quadrante, si posiziona al primo posto la Cina, ma bene ha fatto anche l’Indonesia, mentre le forniture al Giappone si sono pressoché dimezzate. Frena anche l’export settoriale verso l’Africa e l’Oceania.