In base alle stime della società di consulenza AMI (Applied Market Information), nel 2014 il consumo mondiale di polimeri dovrebbe raggiungere il record di 250 milioni di tonnellate. A questo proposito è interessante notare come tale quantità si contrapponga ai 45 milioni di tonnellate di trent’anni fa, ma anche come nell’arco degli ultimi tre decenni sia variata la ripartizione geografica del consumo.
Infatti, agli inizi degli Anni Ottanta i paesi sviluppati (Stati Uniti, Europa Occidentale, Giappone) assorbivano il 74% della domanda globale, contro il 32% attuale, mentre è parallelamente esplosa la richiesta da parte dei mercati asiatici, in primo luogo la Cina, che da sola assorbe il 29% della produzione di materie plastiche. Proprio la Cina dovrebbe continuare a essere il primo consumatore mondiale di polimeri, ma la crescita più sostenuta dovrebbe verificarsi in India, in funzione della vastità del mercato, seguita dal Medio Oriente, grazie alla disponibilità di prodotti petroliferi di base, che dovrebbe conseguentemente portare a un progressivo sviluppo dell’industria trasformatrice. In ascesa anche gli Stati Uniti, per la disponibilità di nuove fonti energetiche, mentre il Vecchio Continente dovrebbe essere la regione con il tasso di crescita più contenuto.
Quanto alle applicazioni, l’imballaggio risulta quella principale, con una quota nell’ordine del 40% sul totale della domanda, seguito dall’edilizia, con circa il 20%. Si stima che in tutto il mondo siano operative 230 mila aziende trasformatrici, di cui 130 mila dedite allo stampaggio a iniezione.