Negli ultimi cinque anni la redditività del settore dei tubi in plastica in Europa è rimasta sostanzialmente invariata, nonostante l’influenza di fattori negativi quali la crisi economica e il basso livello di investimenti. È quanto emerge da un recente rapporto di AMI (Applied Market Information). Il comparto risulta ben consolidato, con le dieci maggiori imprese che rappresentano il 40% della produzione totale. Inoltre, il fatturato complessivo dei 50 maggiori produttori è pari a circa 7,5 miliardi di euro.
Il numero dei siti produttivi, però, è diminuito del 14% dal 2008 a oggi, passando da 559 a 480. I paesi più colpiti da questa tendenza sono Spagna, Italia, Francia e Regno Unito, dove si è registrato il 60-70% di tutte le chiusure di impianti. Tra le cause principali della diminuzione del numero di siti produttivi si ravvisano fallimenti e delocalizzazioni ma anche una maggiore propensione a fusioni e acquisizioni.
La Germania, che nel 2014 ha fornito il 20% dei tubi in Europa, si conferma il maggior produttore nel Vecchio Continente, seguita dall’Italia (13%), mentre in terza posizione si collocano Francia e Polonia (9% a testa). Inoltre, la Germani è anche l’unico paese ad avere recuperato i livelli di produzione pre-crisi. Complessivamente, comunque, a livello continentale la produzione rimane del 20% sotto il livello del 2007.