Sviluppato in collaborazione con l’Università LIUC e con i contributi di Fondazione Edison e del Centro Studi di Confindustria, il piano #Lombardia2030 propone una strategia, condivisa con le associazioni territoriali lombarde e da attuare con gli stakeholder regionali, nazionali ed europei, per lo sviluppo e la competitività dell’industria e dei territori. La strategia individuata da Confindustria Lombardia ha l’obiettivo di guidare il sistema industriale lombardo, di cui il manifatturiero è il cuore pulsante, verso un percorso di crescita e sviluppo, anche attraverso la transizione all’Industria 4.0, agendo su quattro leve prioritarie: cultura d’impresa; cluster; capitale umano e formazione professionale; internazionalizzazione e network europei.

“Il piano strategico #Lombardia2030 ha l’obiettivo di agire sulle determinanti della competitività del sistema per garantire sviluppo e prosperità diffusa, partendo dal presupposto che la competitività delle imprese non è disgiungibile dalla crescita dei territori e della società in cui queste operano. Confindustria Lombardia intende perseguire la crescita del suo sistema industriale - con al centro il manifatturiero - consapevole che la prosperità generata si riverbera su tutti gli stakeholder, sulla dimensione sociale e culturale dell’intera regione (e di tutto il Paese)”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Lombardia, Alberto Ribolla, durante la conferenza stampa di presentazione di #Lombardia2030, svoltasi il primo dicembre 2015 presso presso il Samsung District di Milano.

“La Vision che Confindustria Lombardia ha per il 2030”, ha aggiunto Ribolla, “è la propria visione di dove vuole arrivare, di quale Lombardia vogliamo avere: una regione ancora più sviluppata e in grado di competere con le aree più avanzate del mondo, con un’alta qualità della vita, con capitale umano qualificato e integrazione di tutte le sue componenti sociali in un ambiente sostenibile e sicuro. Obiettivi che, con il contributo fondamentale di tutte le associazioni territoriali lombarde, sarà possibile raggiungere solo attraverso una forte condivisione con le istituzioni e gli altri stakeholder”.

Il punto di partenza della strategia proposta sono i tanti punti di forza della regione. Infatti, come emerso dallo studio (svolto comparando la Lombardia con Regioni di rango equivalente: NUTS2, o superiore: NUTS1, e in base alla classificazione dei territori dell’Unione Europea), effettuato da Fondazione Edison per il Piano strategico, la Lombardia è la regione più competitiva d’Italia e tra le più competitive in Europa:

- La Lombardia è la seconda regione europea per generazione di PIL (NUTS2);

- nel “valore aggiunto industriale” si posiziona prima con le regioni NUTS2 e quinta con le NUTS1 (preceduta da giganti come Baden-Wüttenberg, Baviera e Renania-Westfalia);

- seconda in termini di generazione di “valore aggiunto totale” (NUTS2);

- prima per occupazione manifatturiera (NUTS2);

- lexport lombardo, circa un terzo di quello nazionale, è confrontabile con le esportazioni di intere nazioni: in una graduatoria con i paesi UE, la Lombardia si colloca all’11° posto;

 

“È partendo dai nostri punti di forza e dalla centralità del manifatturiero che l’intero sistema produttivo lombardo potrà evolversi e affrontare il passaggio all’Industria 4.0, facendo da apripista a una trasformazione inclusiva che impatterà anche su altri settori, quali l’artigianato, i servizi, il commercio, e genererà occupazione qualificata aumentando l’occupabilità. Per mantenere e accrescere la competitività è però necessario mettere in atto tutte le misure che possano sostenere e migliorare la produttività”, ha dichiarato Ribolla.

Come accennato, sono quattro i fattori individuati da Confindustria Lombardia sui quali è necessario agire per cogliere, nel lungo periodo, le opportunità che il nuovo contesto competitivo offre.

 

Cultura d’impresa

La pervasiva cultura anti-industriale rappresenta tutt’oggi in Italia un freno alla piena espressione della competitività delle imprese. L’impresa crea coesione e arricchisce il tessuto sociale di un territorio, contribuendo al suo benessere. Serve diffondere una cultura d’impresa, quindi, non solo come sintesi di saperi e valori tradizionali, ma anche come fonte di crescita e progresso.

 

Cluster

C’è una correlazione positiva tra la forza dei cluster e la crescita delle industrie regionali, e il consolidamento dei cluster tecnologici lombardi può avere un impatto rilevante sull’intera economia lombarda. Il cluster agevola lo sviluppo di brevetti, promuove la crescita economica, la creazione di nuovi posti di lavoro ad alto valore aggiunto e consente alle PMI di colmare il gap dimensionale.

 

Capitale umano e formazione professionale

Un capitale umano d’eccellenza è alla base della capacità di un territorio di essere competitivo. Il successo delle imprese è da sempre legato a doppio filo alla qualità dei giovani che si formano nelle scuole. In #Lombardia2030 si propone una visione sinergica tra le due modalità di arricchimento del capitale umano: formazione in aula e sul campo, affinché queste si rinforzino reciprocamente. Un migliore capitale umano significa, inoltre, migliori retribuzioni e una società più ricca ed equilibrata.

 

Internazionalizzazione e network europei

La strategia proposta si muove su due binari paralleli: la promozione del sistema industriale lombardo consolidando nuove prassi e incrementando scambi con l’estero; il fare sistema a livello regionale presidiando Bruxelles, dove è necessario parlare con una voce unica per avere maggiore forza. Rilevanti sono poi la diffusione di Enterprise Europe Network e la strategia per la Macroregione Alpina Eusalp.

 

L’attuazione di queste strategie, secondo la simulazione del Centro Studi di Confindustria, genererebbe:

- aumento dell’occupazione: +110 mila posti di lavoro nel manifatturiero (entro il 2030);

- aumento dell’export del 3% medio annuo fino al 2030, che comporterebbe un aumento del valore aggiunto manifatturiero dell’1,6% annuo (portando a un aumento di PIL intorno allo 0,7% aggiuntivo all’anno);

- valore aggiunto manifatturiero al 23,8% (entro il 2030);

- aumento del tasso di occupazione femminile (il PIL lombardo aumenterebbe del 4,1% a fronte di un aumento di 5,9 punti del tasso di occupazione delle donne);

- aumento del livello di istruzione (se aumentasse di tre anni il livello di istruzione medio in Lombardia, il PIL regionale crescerebbe del 19,6% entro il 2030);

- aumento della quota di forza lavoro occupata in attività legate a scienza e tecnologia (se si arrivasse al 38% rispetto all’attuale 30% il PIL crescerebbe del 10,9% entro il 2030);

 

In questo modo la Lombardia colmerebbe il gap con le migliori aree d’Europa raggiungendo un livello di prosperità che si tradurrebbe in uno standard di vita e in un benessere crescenti e sostenibili.

“#Lombardia2030 è l’assunzione di responsabilità del sistema Confindustria Lombardia per il futuro della regione, una regione consapevole del suo ruolo di traino dell’economia nazionale e fortemente integrata nel contesto europeo. La richiesta forte e appassionata del mondo industriale lombardo è quella di costruire, insieme alle Istituzioni e agli altri stakeholder, le condizioni per raggiungere un elevato e crescente livello di produttività (del lavoro, del capitale e delle risorse naturali) che deve interessare in egual misura il privato, la pubblica amministrazione e i corpi intermedi della nostra regione e del Paese. Non si fa nulla da soli e non si crea valore senza condivisione delle strategie”, ha concluso Alberto Ribolla.