Pubblicata l’edizione 2015 dello studio multiclient Plastic Trend Synthesis di Plastic Consult - società di consulenza all’industria, al mondo della finanza, alle associazioni di categoria e alla pubblica amministrazione - nel quale vengono condensati i risultati dell’attività di contatto permanente con il settore delle materie plastiche e analizzati gli andamenti dell’offerta e della domanda di tutti i principali polimeri termoplastici.

Il dato saliente che ne emerge è che la domanda italiana di polimeri termoplastici ha evidenziato un buon incremento nel 2015, decisamente superiore alle attese, con una forte accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno. La domanda complessiva di polimeri vergini ha superato, per la prima volta dal 2012, 5,5 milioni di tonnellate, con una crescita di oltre tre punti percentuali.  

Le prospettive a breve sono favorevoli, nonostante l'economia italiana denoti ancora una certa debolezza. Secondo le previsioni, gli investimenti in edilizia e infrastrutture torneranno in positivo solo nel 2016, ma le ricadute sul comparto saranno piuttosto lente. La produzione industriale, ma soprattutto i consumi finali, appaiono in buona ripresa e la domanda interna è il fattore chiave per il consolidamento della crescita.

Sul fronte dei consumi, dal confronto con il 2014 la maggior parte dei polimeri ha evidenziato una crescita più che soddisfacente, con le poliolefine che denotano incrementi superiori alla media e pari al +4% per il PP. Sostanziale stabilità per PVC, EPS e PS compatto (per quest’ultimo polimero si arresta una caduta che durava dal 2007), mentre sono cresciuti a un ritmo decisamente superiore i tecnopolimeri, oltre il +8% in media rispetto al 2014, grazie al traino della forte ripresa della produzione nazionale di autoveicoli.

E proprio grazie all’exploit dell’industria automobilistica (+30%) la ripartizione del mercato per principali applicazioni si sposta leggermente nel 2015. Cresce di un punto percentuale il settore trasporti mentre l’imballaggio scende sotto la soglia storica del 50%, l’edilizia scende al 10% mentre restano invariate le quote di mobile / arredamento, elettrodomestici e agricoltura.