Dopo il DPCM del 22 marzo 2020 e l’aggiornamento del 25 marzo 2020, che hanno stabilito quali siano da considerarsi attività produttive essenziali, sono proseguite da parte delle aziende che possono continuare a lavorare le rassicurazioni sulla loro operatività, seppure con personale contingentato, turni riorganizzati e rispetto della profilassi e delle misure per il contenimento della diffusione del coronavirus.
Nel novero delle aziende che possono continuare a svolgere la propria attività rientrano - in base al codice Ateco 28.96 - anche i costruttori di macchine e attrezzature per la lavorazione di materie plastiche e gomma. A questo riguardo anche l’associazione Amaplast nei giorni scorsi con una nota stampa ha sottolineato che le aziende dovranno continuare a rispettare il protocollo contenente le misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro (ma non solo) sottoscritto il 14 marzo fra Governo e Parti Sociali, mantenendo come priorità la sicurezza dei lavoratori e delle persone coinvolte nel ciclo produttivo, invitandole a dare un segnale di discontinuità rispetto al passato, limitando la produzione solo e unicamente in quei reparti la cui attività è effettivamente indispensabile.
E in tal senso non si sono fatti mancare i riscontri di vari suoi associati (Baruffaldi, Biesse, Colines, Comerio Ercole, Moretto, Moss, Piovan, Sacmi, per citarne alcuni), giunti attraverso e-mail o messaggi sui social, che informano come, pur nelle difficoltà del momento e nel rispetto delle normative governative, proseguano persino le attività di ricerca e sviluppo, insieme alle consegne e all’assistenza tecnica. Anche grazie alle tecnologie che oggi consentono smartworking e interventi da remoto. E sebbene l’approvvigionamento delle materie prime e dei componenti sia soggetto a qualche inevitabile rallentamento, al momento i processi produttivi non si interrompono.